sabato 31 dicembre 2011

Viva il mercato

Viva il mercato. Anzi: il marketing, come spiegano i manager di Trenitalia (che noi, di un’altra generazione, continuiamo a chiamare Ferrovie dello Stato). In nome del marketing (cioè costi da tagliare e profitti da ottimizzare, azionisti da accontentare e rami secchi da sopprimere) sono stati cancellati quasi tutti i treni notturni che  percorrevano il paese da un capo all’altro. Se stasera volete partire da Agrigento per Milano, magari per andare a trascorrere il capodanno dai parenti lontani, dovrete mettere nel conto diciotto ore di viaggio cambiando tre treni. Grazie alle ferrovie italiane Puglia, Calabria e Sicilia s’allontanano ormai alla deriva di un’Italia mai così disunita.
E’ un segno dei tempi.  Al sud chiude la Fiat e chiude anche Trenitalia. In compenso, sempre in nome del marketing, hanno deciso che gli Eurostar (unica soluzione di trasporto sopravvissuta su rotaia) dovessero riesumare il concetto di classe come non accadeva dai tempi dei bastimenti per l’America. Ma almeno su quelle navi le classi erano solo tre. Adesso sono quattro, con nomi che luccicano d’inglese (executive, business, premium, standard) e con il grottesco risultato d’avere quattro classi per undici vetture, roba che avrebbe fatto impallidire per senso di ridicolo anche la corte di Francia ai tempi di Luigi Sedici.

mercoledì 28 dicembre 2011

in ricordo dei sette fratelli Cervi


La famiglia Cervi
Io non ve la posso raccontare, la storia dei fratelli Cervi. Mi prende un nodo alla gola e gli occhi diventano lucidi. Fucilati, tutti e sette, giusto tre giorni dopo il Natale del 1943. Partigiani, certo. Ma prima ancora contadini. Di quei contadini che volevano saper leggere, e scrivere. Per innovare, progredire nel lavoro della terra, nella conduzione delle colture. La famiglia Cervi aveva una biblioteca casalinga.
Babbo Alcide potrà celebrare il funerale dei suoi figli soltanto nell’ottobre del 1945. Le sue parole condensano una vita, e non solo: “Mi hanno sempre detto… tu sei una quercia che ha cresciuto sette rami, e quelli sono stati falciati, e la quercia non è morta… la figura è bella e qualche volta piango… ma guardate il seme, perché la quercia morirà, e non sarà buona nemmeno per il fuoco. Se volete capire la mia famiglia, guardate il seme. Il nostro seme è l’ideale nella testa dell’uomo.” Babbo

giovedì 22 dicembre 2011

Un anno migliore per un’Italia migliore




Un anno migliore per un’Italia migliore. Sinistra Ecologia Libertà farà la sua parte, cominciando con questo calendario che vuole percorrere il 2012 attorno alle parole chiave del nostro tempo e del nostro impegno.
Un’agenda di temi su cui costruire analisi, ricerca, iniziativa, proposta, consenso: la cura del territorio e la messa in sicurezza del nostro paese, la riduzione delle spese militari, un reddito di cittadinanza che dia ai giovani il diritto alla dignità, una proposta di manovra che per una volta faccia pagare chi non lo ha mai fatto, la tutela dei nostri beni comuni, le battaglie per i diritti civili, un’idea d’Europa che torni a parlare il linguaggio della democrazia e non quello delle banche, una Rai finalmente affrancata dagli appetiti dei partiti…
Dodici mesi, dodici campagne politiche per dare concretezza alle cose da fare e da dire. E per darci un tempo migliore: ce lo meritiamo.
Claudio Fava


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Quanto costa al paese la manovra di Monti

Il voto di fiducia sul decreto governativo ci permette di avere una foto immagine della manovra economica di Monti e di potere quindi farci un giudizio più completo e ragionato. Un confronto anche con le precedenti manovre del governo Berlusconi può aiutarci a capire meglio.
Rispetto a queste ultime la manovra montiana si distingue per un maggiore peso delle entrate rispetto ai tagli di spesa: questo infatti è pari all’88% nel 2012, al 79% nel 2013 e al 75% nel 2014. Nel suo complesso la manovra correttiva vale 20,185 mld per il 2012; 34,429 mld per il 2013; 37,823 mld per il 2014. Su questi valori i tagli di spesa incidono per 2,289 mld nel 2012; 6,925 mld nel 2013; 9,333 mld nel 2014, mentre le maggiori entrate sono pari a 17,896 mld nel 2012; 27,504 mld, nel 2013; 28,490 mld nel 2014.

L'olio di cucina, ecco come smaltirlo

La direzione Ambiente del Comune di Terni rammenta che l’olio vegetale usato va smaltito separatamente dagli altri rifiuti ed è per questo che, accanto alla raccolta dei rifiuti organici, della carta e del cartone, della plastica, del vetro e lattine, dei rifiuti residui non riciclabili,  l’Asm sta implementando la raccolta differenziata dell’olio vegetale usato.
Ogni cittadino che ne fa richiesta può ritirare gratuitamente taniche da 5,5 litri presso gli sportelli e le sedi Asm.  Una volta pieni i contenitori vanno svuotati nei centri raccolta differenziata. 
Alle utenze non domestiche viene fornito gratuitamente un contenitore adatto alla raccolta e allo stoccaggio dell’olio usato di dimensioni adeguate alle richieste dell’attività commerciale. Il gestore si occupa del ritiro e del trasporto dei contenitori pieni programmato su chiamata dell’utente al numero verde di Asm 800215501 entro 5 giorni dalla richiesta.
In Italia vengono immessi al consumo circa 1.400.000.000 kg. di olio vegetale all'anno. In un anno oltre 280 milioni kg di olio vegetale usato, circa 5 kg a testa,  vengono restituiti  all'ambiente in gran parte sotto forma di residuo di fritture e quindi ricco di sostanze inquinanti.
L’olio vegetale – rammenta l’assessorato all’Ambiente - portato alle alte temperature necessarie alla frittura, subisce una profonda trasformazione che porta alla formazione di numerosi prodotti di ossidazione e un gran numero di prodotti di decomposizione sia volatili che non volatili. I prodotti volatili si disperdono durante la frittura, quelli non volatili si accumulano nell’olio che, dopo un certo numero di riscaldamenti, perde tutta l’ originale purezza e genuinità e diventa un grave pericolo se disperso nell’ambiente.
L'olio vegetale esausto costituisce una minaccia per il sottosuolo, rendendo inutilizzabili pozzi di acqua potabile anche molto lontani, per la flora, impedendo alle radici delle piante l'assunzione delle sostanze nutritive, per qualsiasi specchio d'acqua, impedendo l'ossigenazione e compromettendo l'esistenza della flora e della fauna, per i depuratori, influenzandone il corretto funzionamento.
Per tali motivi solo un corretto e controllato smaltimento dell'olio vegetale esausto può garantire la salvaguardia dell'ambiente e costituire addirittura un vantaggio di carattere ambientale perché è possibile, dopo corretti processi di rigenerazione, un suo riutilizzo industriale.

dal sito del Comune di Terni

giovedì 15 dicembre 2011

Comunicato SEL Terni su discarica di Villa Valle

COMUNICATO STAMPA
La discarica di Villa Valle
da criticità ambientale ad opportunità
"Il Messaggero" 20 dicembre
Nel Marzo 2012 scadrà il termine concesso dalla Regione Umbria alla TK AST di Terni per trovare una soluzione allo smaltimento delle scorie di lavorazione attualmente depositate nella discarica di Valle, di proprietà della stessa TK AST.
Tenuto conto che la produzione di scorie da parte dell’Acciaieria è pari a circa 500/600 mila T/anno è evidente l’importanza della questione.
L’Arpa di Terni ha presentato, alcuni mesi fa, alla Provincia, al Comune ed alla TK Ast stessa, un progetto di recupero industriale delle scorie prodotte che, attraverso un impianto di raffinazione, possono essere riutilizzate nell’edilizia, miscelate in bitume e calcestruzzo.
Tale progetto, se realmente condiviso ed applicato, permetterebbe di avere molteplici vantaggi, ambientali ed economici, per il territorio e per la stessa TK AST.
Infatti, il riutilizzo delle scorie favorirebbe un recupero di un rifiuto che, altrimenti, andrebbe ad incrementare il volume della discarica di Villa Valle, di certo non auspicabile dati gli elementi di criticità presenti nell’area. Tale pratica andrebbe, inoltre, nella direzione di chiudere in maniera sostenibile il ciclo dei rifiuti nello stesso territorio. Da considerare anche che le autorizzazioni per il conferimento nella discarica sono una soluzione temporanea in quanto si prevede che con gli ipotetici quantitativi fusori stimati (1,5 Milioni di Tonnellate anno di fuso) si raggiungerà la massima capienza della discarica in tempi estremamente ristretti.
Da non trascurare che tale soluzione risolverebbe alla TK AST il problema di dovere dare risposte ambientalmente compatibili ai processi di lavorazione dell’acciaio, di cui lo smaltimento delle scorie sono solo un aspetto, pure importante (vedi il problema delle polveri c.d. di Prisciano). Anche i costi che la TK AST dovrebbe sostenere, sia in quanto inadempiente ai sensi del termine del 12 marzo 2012, sia in quanto produttrice di “rifiuti”, sarebbero annullati o, quantomeno, sensibilmente ridotti: situazione molto importante per una azienda che della riduzione dei costi industriali ha fatto sempre una priorità.
Altro aspetto ambientale rilevante è quello della diminuzione della quantità di materiale vergine estratto dalle cave; infatti la scoria può essere “riutilizzata” per la produzione di conglomerati cementizi e bituminosi, sia in campo edile sia nell'industria vetraria; la conseguenza è, appunto, una diminuzione delle necessità di estrarre materiale direttamente dalle cave, con conseguenti benefici anche paesaggistici.
Infine, ma non ultimo, l’aspetto occupazionale. La creazione di un’azienda (o un’associazione di aziende…) in grado di risolvere l’aspetto ambientale, di chiudere il ciclo dei rifiuti speciali e di dare al territorio nuove opportunità di lavoro è la soluzione che le Istituzioni possono e devono favorire.
Chiediamo, quindi, all’Amministrazione Comunale ed alla Provincia di Terni, Ente a cui nel frattempo è stato delegato il compito di vigilare alla osservanza dei disposti dell’AIA (Autorizzazioni Integrate Ambientali), di smettere di tergiversare e di adoperarsi affinché tale progetto possa essere operativo, informando la comunità delle fasi di attuazione del progetto, visto l’approssimarsi di una scadenza che potrebbe, nel caso che nulla si faccia, produrre gravi problemi all’economia e all’ambiente - al tempo stesso - del territorio.
Terni, 15/12/2011
Circolo SEL Terni

mercoledì 14 dicembre 2011

La chimica in Umbria tra passato e futuro

Una giornata di studio a cura di Aur - Agenzia Umbria Ricerche e Sviluppumbria, con una precisa committenza del governo regionale, intorno al tema  della chimica. Un' analisi allo spaccato complesso e difficile di quella base manifatturiera dell'Umbria sulla quale nel tempo si sono indirizzate non poche, significative, indagini condotte da varie soggettività istituzionali e accademiche volte a cogliere la crucialità di questo asse produttivo per l'economia regionale e per il suo futuro.


clicca qui per il programma


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martedì 13 dicembre 2011

Serve una Patrimoniale da 100 miliardi

 


Allora, Vendola, proviamo ad andare dritti al punto: se Sel fosse in parlamento, voterebbe la manovra di Monti?
“Se fossimo in parlamento, avremmo condiviso con Idv e Pd il gesto utile a far nascere questo governo, pur avendo avversato l’ipotesi di un governo tecnico, e l’avremmo fatto per due ragioni”.
Quali?
“Perche’  lo chiedeva il capo dello Stato, uomo che nella notte buia della crisi del berlusconismo ha rappresentato una luce vitale, e per via del vincolo morale che ci lega agli alleati di Vasto”.
Avreste dunque votato la fiducia. Ma la manovra?
“Avremmo lavorato fino allo spasmo per modificarla come chiedono le comunita’: dalla Chiesa, al sindacato, ai partiti, alla gente comune”.
Vendola, e’ chiaro che i margini per modificarla non ci sono.
“Dal punto di vista tecnico ci sono: basta colpire i ricchi anziche’  i poveri. E’ dal punto di vista politico che i margini non si sono, e non ci sono a causa di un vincolo inaccettabile”.
Quale vincolo?
“Quello di chi ha detto che non si devono toccare le tasche dei ricchi”.
E chi l’ha detto?
“Berlusconi, no?”.
Ma al governo c’e’ Monti.
“Monti non si nasconda dietro una foglia di fico e dia ascolto a chi, come il presidente di Nomisma, Pietro Modiano, chiede una patrimoniale una tantum da 100 miliardi di euro e una a regime da 10. E’ solo il conformismo di questo Paese stanco a impedire alla proposta di emergere”.
Forse, ma e’ cosi’ . Dunque voterebbe la manovra?
“Fossi in parlamento lotterei per tassare i capitali illegalmente depositati nelle banche svizzere. E mi ribellerei contro il cinismo e la volgarità di un’Europa da operetta che ci agita davanti al naso la prospettiva di una procedura di infrazione”.
Non la voterebbe. Casini e Veltroni dicono che e’ su questi voti che si misureranno le alleanze future…
“Per me e’  incredibile: il radicalismo liberal-liberista di Veltroni e’  un’ipotesi di subalternita’ totale nei confronti della destra e ripropone tutti i miti sconfitti della sinistra che fugge dai luoghi di lavoro e cerca di reclutare i Marchionne come improbabili oracoli della modernita’ “.
Par di capire che Veltroni non le stia molto simpatico.
“La foto di Vasto e’  una speranza per l’Italia e Veltroni non e’  entrato in quell’inquadratura perche’  non vuole il rilancio del centrosinistra, ma la nascita di un partito centrista liberista di massa”.
Ce la fara’?
“Forse riuscira’ a dar vita a un partito centrista e liberista, ma che possa essere di massa…”.
Il Pd questa manovra la votera’: e’  liberista anche Bersani?
“No, non lo dico. Ho rispetto per il Pd, che e’  il mio principale alleato, e per Bersani. Spero riescano a modificare la manovra, evitando atteggiamenti di pedissequa continuita’ con il governo precedente”.
Monti sara’ in linea con Berlusconi, ma Casini e Pisanu gia’ lo immaginano leader politico…
“Non e’ vietato a Monti di candidarsi, ma Casini fa un torto all’intelligenza degli italiani quando piega la stagione emergenziale agli interessi del Grande centro”.
L’emergenza, pero’, c’e’. O no?
“Sì, ma e’ l’emergenza di un mondo che cambia. Non e’ che questo ci obblighi, come vorrebbe Casini, a stare tutti zitti per poi scoprire che l’emergenza serve ai giochini della politica italiana per agitare i patetici fantasmi della Dc, che tutto fu tranne che un partito liberista e clericale. Fortunatamente, le congetture di certi strateghi della tattica vivono solo nei titoli dei giornali”.
L’impressione e’ che lei contesti alla radice un modello sociale e di sviluppo che i suoi potenziali alleati hanno invece accettato.
“Ho sentito il discorso fatto da Bersani a piazza San Giovanni: e’ stato un importante punto di riferimento per chi intende costruire una vera alternativa. Io mi trovo a mio agio con il sindacato e con i partiti socialisti che lavorano per un’Europa che non poggi sulla coppia di destra Sarkozy-Merkel e che non sia prigioniera della finanza e delle banche”.
Dei mercati, piu’ che altro.
“Capisco l’attenzione allo spread, ma chi misura lo spread ambientale di un’Italia che scivola nel fango? Chi misura lo spread sociale di poverta’ ed emarginazione?”.
Non crede che se pure andaste al governo con Pd e Idv entrereste in crisi come e’ già accaduto due volte?
“Il comportamento di Sel di queste settimane dimostra che non siamo condannati a ripetere sempre le stesse modalita’. Viviamo in un’epoca nuova, che pone al centro il tema della democrazia e della sovranita’, ci sono ragioni politiche profonde che ci spingono a cercare di non far prevalere le logiche di bottega. Abbiamo il dovere di mettere in campo un’alternativa credibile di governo”.
Ma se foste stati al governo con Bersani sulla lettera della Bce avreste rotto, no?
“Fossimo stati noi al governo, non avremmo dovuto vivere l’umiliazione di quella lettera. Non amo citarmi, ma ho passato gli ultimi tre anni a polemizzare con esponenti del centrodestra che negavano l’esistenza stessa della crisi economica”.
Significa che, ad esempio, avreste riformato per tempo pensioni e mercato del lavoro?
“No, ci sono tanti modi per uscire da una crisi. Il pensiero non e’ necessariamente unico”.

Andrea Cangini

domenica 11 dicembre 2011

Sciopero, la nostra desione

Lo sciopero di lunedì 12 dicembre, promosso unitariamente da Cgil-Cisl-Uil per esigere una manovra diversa dal governo Monti, è un atto di responsabilità nei confronti del futuro del nostro Paese. Reperire risorse per uscire la crisi e salvare l’Italia è necessario ma senza pesare su chi ha già pagato ampiamente e quotidianamente, sia la crisi sia un quindicennio di politiche berlusconiane.Hanno ragione le organizzazioni sindacali: il carico va spostato dai ceti più deboli e mediobassi a quelli che non hanno mai pagato. Correggere l’impianto della manovra, togliendo tutte quelle misure che rendono iniquo il provvedimento e che devastano il sistema di welfare.
Questo deve fare il Parlamento e il governo Monti: non restino indifferenti sin dall’incontro di stasera al disagio profondo che viene da quegli italiani che in tutti questi anni hanno salvato l’Italia.

SEL Terni invita i cittadini a partecipare al presidio organizzato alle ore 11 davanti alla Prefettura 

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venerdì 9 dicembre 2011

Sabato 10 e domenica 11 Mobilitazione di SEL Terni contro la Manovra


Dopo l’illustrazione della manovra, che avevamo atteso con rispetto e senza giudizi preventivamente negativi, Sinistra Ecologia Libertà esprime una profonda contrarietà a quanto emerso nei singoli provvedimenti. Si tratta di una manovra che colpisce le fasce più deboli del paese, già ampiamente penalizzate dalla crisi, mentre esenta le grandi ricchezze e, addirittura, favorisce i maggiori responsabili della crisi stessa. Siamo nettamente contrari alla stangata sulla prima casa, sia per la reintroduzione indiscriminata dell’Ici che per la rivalutazione delle rendite catastali. Intanto, non si introduce neppure una blanda tassazione sui patrimoni. Al contrario si aumenta l’IVA!
La cosiddetta riforma delle pensioni in realtà taglia da subito gli adeguamenti alla crescita del costo della vita, allunga ingiustamente l’età per tutti, non distinguendo tra i differenti tipi di lavoro, non introduce nessuna misura che garantisca la pensione a chi oggi è giovane, spesso precario o disoccupato. In questo contesto, con lavoratori ultracinquantenni che stanno perdendo il lavoro e che dovranno aspettare troppi anni per raggiungere la pensione, le più colpite sono le donne, costrette, in un momento in cui si taglia ulteriormente la spesa sociale, a sobbarcarsi il maggior peso familiare della crisi.
Tra le tante misure che non ci convincono ce n’è una che giudichiamo potenzialmente devastante. Si tratta della garanzia dello Stato per le passività bancarie, con scadenza da tre mesi fino a cinque anni, o a sette anni per le obbligazioni bancarie garantite! Non è vero che è stato fatto in tutta Europa: è una misura che è stata applicata solo dall’Irlanda e che ha portato quel paese al fallimento. Le banche possono essere garantite, mentre i cittadini devono tirare la cinghia.
Sul versante della crescita non c’è nulla, a parte l’ennesimo regalo alle imprese con la deduzione dell’Irap. Nulla sul disastroso dissesto idrogeologico. Nulla sul Sud. Nulla sul bonus per l’incentivo alle energie rinnovabili. Nulla per rilanciare la competitività attraverso gli investimenti in innovazione e sviluppo.
Appare poi risibile, se non fosse anche preoccupante, l’abolizione delle giunte provinciali e la riduzione dei consigli. Rimangono le province come struttura prefettizia, con tanto di presidente podestà, mentre l’unica cosa è il taglio della rappresentanza e la riduzione della democrazia. Si taglia la democrazia ma non i veri costi e privilegi della politica. Tutto ciò che aveva promesso Monti sul versante dei sacrifici c’è, mentre su crescita ed equità davvero nulla. Intanto la Pdl incassa e, come temevamo, nulla si è fatto sull’asta delle frequenze (che da sola avrebbe portato in cassa alcuni miliardi di euro) e sulla patrimoniale.

Per Sabato 10 e domenica 11 dicembre proponiamo una mobilitazione straordinaria per informare ed ascoltare i cittadini ternani. Saremo presenti sabato mattina con un banchetto a Largo Villa Glori e domenica nei centri minori della città ( Zona Polymer e Borgo Bovio, Marmore, Piediluco e Papigno).
Sinistra Ecologia Libertà ha organizzato per questo fine settimana una mobilitazione straordinaria in tutta Italia, per far conoscere le nostre proposte

Ecco il il testo del volantino che distribuiremo, con il parere di SEL sulla manovra del governo Monti e le nostre proposte.
Inoltre, il testo su un’altra manovra possibile e la nostra posizione su pensioni e previdenza.


 Terni, 09/12/2012


Coordinamento Comunale SEL Terni

mercoledì 7 dicembre 2011

Bilancio positivo per la Festa di SEL Terni

Si è conclusa domenica, con l'intervento dell'ex Presidente della Commissione Antimafia Francesco Forgione, la tre giorni della prima festa provinciale di Sinistra Ecologia Libertà di Terni.
Sul palco del circolo di Prisciano si sono alternati incontri con economisti, sindacalisti e addetti ai lavori sui temi caldi della crisi a momenti d'intrattenimento di livello, come quelli offerti dal comico Andrea Perroni e dalla musica elegante del Matteo Sperandio & Q-Artet.
Entrambe i contesti hanno raccolto un pubblico numeroso e attento, lo stesso che ha poi riempito tutte le sere i tavoli del ristorante approntato per l'occasione.
Il successo, specie in un periodo poco “ortodosso” per una festa, è stato la conferma che, in una fase difficile e dalle prospettive incerte, i cittadini hanno cercato uno spazio di confronto non banale, ritrovando, almeno per qualche ora, un senso di comunità e di appartenenza.
Per questo SEL Terni vuole ringraziare tutti coloro che, partecipando con le proprie proposte e le proprie riflessioni, hanno permesso la piena riuscita della manifestazione.

SEL - Federazione di Terni

Una manovra iniqua. Ecco le nostre proposte.

Ecco il il testo del volantino da scaricare con il parere di SEL sulla manovra del governo Monti e le nostre proposte.
Inoltre, il testo su un’altra manovra possibile e della nostra posizione sulle pensioni e previdenza.
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venerdì 25 novembre 2011

1° Festa Provinciale SEL Terni


Si svolgerà il 2,3,4 dicembre al Circolo ricreativo di Prisciano - Terni, la prima Festa provinciale di Sel Terni. Un programma ricco di appuntamenti, con interessanti dibattiti politici, momenti di spettacolo, mostre, banchetti espositivi.
Sarà un luogo aperto alle associazioni, ai gruppi, alle persone che vogliono incontrarsi e ritrovarsi. Tutte le sere sarà possibile cenare con prodotti del territorio e ascoltare della buona musica.


clicca sulla foto per ingrandirla e leggere il programma
IL MENU' DEL RISTORANTE DELLA FESTA

ANTIPASTI
sinistra (classico) 6 €
ecologia (vegetariano) 5 €
LIBERTA' (fantasia) 6,5 €
PRIMI
sinistra (gnocchetti alla collescipolana) 4,5 €
ecologia (ciriole ai funghi) 4 €
LIBERTA' (crepes con carciofi e funghi) 5 €
SECONDI
sinistra (grigliata mista di carne) 6 €
ecologia (parmigiana di melanzane) 5 €
LIBERTA' (fagottino di maiale in crosta con salsa di mele) 6,5 €
CONTORNI
sinistra (insalata mista) 2 €
ecologia (cicoria ripassata in padella) 2,5 €
LIBERTA' (patate fritte) 2,5 €
DOLCI
sinistra (tozzetti e vin santo) 3,5 €
ecologia (crostata) 3 €
LIBERTA' (torta nutella e castagne) 3 €

Tutto il menu’
Menù sinistra
19 €  (anziché 22€)
Menù ecologia
18 €  (anziché 19,5)
Menù LIBERTA'
21 €  (anziché 23,5)



VINO / BIRRA
Capinere bianco IGT (0,75 l.) 4,5 €
Colle Milli Sangiovese IGT (0,75 l.) 4,5 €
BIRRA Heineken 33cl - 2,5 €
GUARANITO lattina da 33 cl - 2 €
pane, acqua (liscia o frizzante) e coperto li mettiamo noi


Come arrivare alla Festa
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mercoledì 23 novembre 2011

Guccini prende la chitarra per Sel. Addio Pd: il cantautore, a Porretta, si schiera con Vendola


suviana_guccini_QQQPorretta, 23/11/2011 - Da indignados ante-litteram, Francesco Guccini teneva concerti per finanziare Lotta Continua e scriveva La locomotiva, inno musicale a un ferroviere anarchico che si ribellava e lanciava il suo treno contro il potere. Poi, con gli anni e influenzato dalle altre due icone emiliane della musica, per altro assai distanti tra loro, Lucio Dalla e Gianni Morandi, si era schierato col Pd, un flirt che sembra ora sul punto di vacillare per colpa dell'appeal di Nichi Vendola e di Sel.
L'alleanza politico-canora è al primo stadio e si sta realizzando a chilometri zero, nel senso che la discesa in campo del menestrello avviene a Porretta, una manciata di chilometri da Pavana, dove Guccini, proprio sul confine tra l'appennino emiliano e quello toscano, s'è ritagliato il su buen retiro.

domenica 20 novembre 2011

Vendola: "Senza patrimoniale non ci sarà vero cambiamento"

Intervistato da Fabio Fazio, il governatore leader di Sel parla dell'allenza con Pd e Idv come "vincolo morale". Su Berlusconi: "Ha ritrovato in tre giorni un volto da dominus, da signore della politica". Sul conflitto d'interessi: "Qualche ombra che danza nel governo"

Per il leader di Sel, Nichi Vendola, c'è bisogno di "iniziare la musica di questo governo cominciando dallo spartito della patrimoniale". Vendola, intervistato da Fabio Fazio a 'Che tempo che fa', ha spiegato che "se c'è il no alla patrimoniale non c'è neanche cambiamento". L'alleanza di Sel con Pd e Idv è sentita come "un vincolo morale" dal governatore leader di Sinistra  e Libertà. Alla domanda di Fabio Fazio se avesse preferito le elezioni anticipate, Vendola ha risposto: "Io non sono insensibile agli appelli autorevoli del Capo dello Stato che in questa notte della Repubblica ha rappresentato un faro". "Io sono alleato con Pd e Idv, l'alleanza di Vasto, e quando i miei alleati, anche sulla base del richiamo del Quirinale,  mi dicono che c'è bisogno di una fase di governo di emergenza, io dico va bene". Ma nell'esecutivo guidato da Mario Monti "c'è qualche ombra che danza".

Vendola ha spiegato che il nuovo governo deve dare dimostrazione di "discontinuità" con lo "stile Berlusconi che era la commistione tra pubblico e privato". Per Vendola bisogna "rompere quello stile e mettere una linea di demarcazione certa tra interessi privati e interessi pubblici" e questo significa "proclamare il primato del bene comune rispetto agli interessi lobbistici". "E da questo punto di vista - ha detto Vendola - mi dispiace, con tutta la simpatia e rispetto per il professor Monti e per il suo governo, che anche in quel Gabinetto ci sia qualche ombra che danza". Si riferisce a Corrado Passera? Ha chiesto Fazio. "Mi riferisco a chi viene da un'esperienza di azionista di importanti aziende che hanno un ruolo nella vita italiana, nel mondo delle infrastrutture e dei trasporti, nel mondo di chi ha operato la politica del credito come un protagonista nel sistema delle imprese e ora varca quella porta e entra nel luogo del controllo politico".

"Se la fisiognomica fosse una scelta politica - ha spiegato Vendola - il volto di Berlusconi, nel giro di pochi giorni, è passato da quello che aveva quando è entrato nel Quirinale, circondato da una piazza ostile e che rappresentava una stagione, un'ubriacatura della vita pubblica, ed era la faccia di un rais sofferente e in fuga, da quel volto quasi tumefatto nel giro di pochi giorni, quasi a realizzare la famosa profezia di Fiorello secondo il quale Berlusconi dopo tre giorni può resuscitare, dopo pochi giorni ritroviamo un volto da dominus, da signore della politica, da combattente che non solo non si sente fuorigioco ma intende rivestire un ruolo decisivo per il futuro dell'Italia". E questo, ad avviso di Vendola gli deriva, dalla consapevolezza di avere di fronte un anno di tempo nel quale le responsabilità della destra, che ha portato l'Italia a un disastro morale, oltre che economico e sociale, verranno completamente occultate".
da Repubblica.it

giovedì 17 novembre 2011

Proposte virtuose per il Consiglio Comunale

 COMUNICATO STAMPA

Condividiamo l’appello al senso di responsabilità che il Presidente del Consiglio Comunale Giorgio Finocchio ha rivolto ai consiglieri in merito alla questione dei rimborsi spese per i residenti in altre città.
Certo non basta. Si deve andare oltre, intervenendo a livello regolamentare per eliminare questo istituto, d’altronde non previsto, ad esempio, per i dipendenti dello stesso Ente.

Con l’occasione torniamo sulle nostre proposte di spostare le convocazioni del Consiglio Comunale e delle Commissioni al martedì o al giovedì pomeriggio, al fine di evitare i costi degli straordinari del personale impegnato e, soprattutto, di diminuire il numero delle sedute aumentando i punti in discussione nelle singole convocazioni.

Un’insieme di provvedimenti di immediata applicabilità che possono far risparmiare soldi alle casse comunali senza intaccare la funzionalità dell’Ente.

Circolo SEL Terni

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martedì 8 novembre 2011

Ora l’alternativa: primarie ed elezioni




La maggioranza non c’è più. Era vero da tempo, da almeno un anno, però adesso è impossibile nasconderlo. I 308 voti di oggi sono per il governo un risultato peggiore della peggiore aspettativa. Una pietra tombale. Non è escluso che nella sua ormai cieca disperazione Berlusconi provi ancora ad aggrapparsi a scuse, alibi, rinvii e bugie. Sarà inutile. Renderà solo ancora più catastrofica la sua débacle. E’ di qui, da questo nudo dato di realtà che bisogna partire. Da oggi inizia il post berlusconismo: costruirlo sarà una sfida molto più complessa di quanto non sia stato denunciare le mille aberrazioni del berlusconismo.
Ci vorrà più coraggio. Ci vorrà molta più fantasia. Ci vorrà quella partecipazione diretta delle donne e degli uomini in carne e ossa, del popolo, di cui il berlusconismo ha costituito la negazione assoluta. Da stasera la responsabilità del centrosinistra è costruire un’alternativa che costituisca anche la fuoriuscita dal berlusconismo, il superamento di un ventennio che ha visto solo quasi ombre e ha riportato questo paese indietro di decine d’anni. Costruire un’alternativa significa arrivare alle elezioni il prima possibile, e prepararsi a governare e cambiare il paese. E farlo senza perdere un secondo. Da questo stesso istante. E questo centrosinistra deve mettersi in testa di lavorare da subito fuori dai palazzi, all’aria aperta, in rapporto diretto con il popolo.
Questo centrosinistra deve superare ogni indugio e ritrovare la sua capacità di discutere nelle strade, in ogni luogo di lavoro, nelle scuole. Al Partito Democratico, a tutte le opposizioni diciamo: bene, discutiamo insieme su come non fare ricadere lo sfacelo dei conti pubblici, come sempre, sulle spalle dei più deboli. Facendo pagare chi non ha mai pagato.
Primarie ed elezioni dunque. E chiariamo sin da subito che non siamo disponibili a passaggi istituzionali che, nati per affrontare l’emergenza, poi finiscano per rinviare oltre il tempo necessario il momento del voto, dove le cittadine e i cittadini di questo paese possano scegliere quale impronta seguire, dopo anni di attacchi al mondo del lavoro e politiche liberiste.
Il berlusconismo è stato ed è ancora la negazione della partecipazione e della democrazia. Cos’altro dovrebbe essere l’alternativa se non esaltazione metodica proprio della partecipazione e della democrazia diretta?
Francesco Ferrara dal sito www.sinistraeliberta.eu

Aboliamo il vitalizio

E’ stata presentata, nel corso di una conferenza stampa in Consiglio Regionale della Basilicata, la proposta di legge di Sinistra Ecologia Libertà di abolizione del vitalizio dei Consiglieri regionali. La proposta si caratterizza per l’abolizione del vitalizio a partire dalla legislatura in corso, ma soprattutto per la riduzione dell’indennità di carica dei Consiglieri regionali per una quota pari alla somma che attualmente viene destinata alla contribuzione per l’assegno vitalizio e alla quota destinata all’assegno di reversibilità e che, in caso di abolizione del vitalizio, ritornerebbe nelle tasche dei consiglieri.

domenica 6 novembre 2011

Le riforme del sistema regionale umbro


Sinistra Ecologia Libertà dell'Umbria intende partecipare a pieno titolo al dibattito in corso sulla cosiddetta riforma endoregionale. Si tratta di una discussione che può dar luogo a cambiamenti importanti, riducendo il solco oggi scavato tra cittadini e politica e avviare una nuova stagione del regionalismo. Affinché ciò si verifichi occorre innanzitutto rispondere ad una quesito preliminare, che riguarda gli obiettivi stessi della riforma, il suo senso: perché, e in quale direzione, va riformata la complessa impalcatura delle istituzioni umbre?
Le riforme del sistema regionale umbroUn rischio concreto che si corre, per l’urgenza delle riforme stesse, è quello di “strozzarela discussione e la partecipazione partorendo decisioni non attentamente studiate ed elaborate,  riproducendo  i medesimi errori che furono compiuti nel recente passato.
Una riforma coerente deve essere soprattutto incentrata sulla semplificazione e la deburocratizzazione del sistema istituzionale, deve favorire le risposte ai cittadini e alle imprese e deve liberare risorse da destinare allo sviluppo ed al miglioramento delle condizioni di vita soprattutto delle classi più deboli.

Vendola: "Immagino un grande Cantiere..."

‘Governo di scopo per la patrimoniale, transizione di pochi mesi, poi si vada alle urne’ questo uno dei passaggi salienti dell’intervista a Nichi - a cura di Daria Gorogisky pubblicata sul Corsera di oggi - che rispetto alla futura coalizione di centrosinistra dice ‘immagino un grande cantiere aperto non solo alle forze politiche che vogliono salvare e rilanciare il Paese, ma anche a soggetti sociali che criticano il berlusconismo’.
ROMA — “A questo punto serve un “governo di scopo” per varare una patrimoniale pesante utile non soltanto come risorsa per il debito, ma anche per la crescita dell’economia”. Anche Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia e leader di Sinistra, ecologia e liberta’, guarderebbe con favore a un esecutivo di transizione. Certo, con tanti se e tanti ma; e con l’idea di “arrivare poi in pochi mesi, per la primavera, a elezioni anticipate”. Ma tant’e’.
E’ stato un sostenitore delle “elezioni subito”. Ancora giovedi’ dichiarava che “non ci sono le condizioni per un governo tecnico”, e che sarebbe solo “una foglia di fico”.
“Bisogna aggredire il problema italiano che, come e’ ormai evidente anche a livello internazionale, e’ rappresentato da un altissimo debito e una bassissima crescita. E vanno affrontati entrambi i lati del problema. I tagli alle tutele, ai servizi e al reddito dei ceti medi e bassi fin qui prospettati e messi in atto non rappresentano una soluzione, ma, al contrario, sono un moltiplicatore della crisi. Oggi sono centrali la battaglia per l’equita’  sociale e quella per salvare l’Italia”.
Con quale ricetta?
“Sono necessari interventi significativi per abbattere il deficit e ridurre le quote di debito. Ma, contemporaneamente, va sviluppata la crescita. Come dicevo, la ricetta e’ una patrimoniale pesante. Ma non quella che gia’  c’e', cioe’ quella che Berlusconi ha imposto ai ceti medio bassi…”
Nessun altro provvedimento?
“Sì: una importante tassazione delle rendite e tagli alle spese militari. Punto”.
Quanto crede che siano condivise queste soluzioni?
“Credo che saranno la bussola del nuovo Ulivo. E del resto, che cosa si dovrebbe appoggiare, la politica economica del centrodestra, la loro macelleria sociale? Per quattro anni la maggioranza ha nascosto la crisi, l’ha negata. Ci dicevano che era disfattismo… Ed eccoci a una crisi che non e’ un evento meteorologico imprevedibile, ma che e’  figlia della redistribuzione verso l’alto delle ricchezze: la crescita della rendita e l’impoverimento del reddito da lavoro”.
Napolitano, dalla Puglia, ha invitato tutti a “un esame di coscienza collettivo”. Si sente coinvolto?
“Il presidente della Repubblica rappresenta un faro e le sue parole vanno sempre ascoltate. Io, che incarno uno dei punti piu’ lontani dal governo attuale e dal berlusconismo, sono anche l’esperienza incarnata del lavoro comune con alcune parti della maggioranza. In Puglia, per difendere il Sud ho stretto un patto molto forte con il ministro degli Affari regionali Fitto. Non si puo’ vivere come se si fosse sempre in campagna elettorale. Sento la mia parte di responsabilita’ per contribuire a costruire il senso delle istituzioni e il rilancio del Paese”.
La patrimoniale piace anche a Confindustria.
“Si e va bene, purche’ non sia solo un sacrificio simbolico”.
Chi vedrebbe a guidare questa fase transitoria, questo “governo di scopo”?
“Nomi? A me interessano i temi, e credo che quelli necessari a sanare la crisi siano contro natura per questo Parlamento”.
Come immagina una vostra futura coalizione per l’alternativa di governo?
“Immagino un grande cantiere aperto non solo alle forze politiche che vogliono salvare e rilanciare il Paese, ma anche a soggetti sociali che criticano il berlusconismo. La politica non si esaurisce con i partiti, ne’ con l’alleanzismo costruito nel teatrino”.
In materia di tutele sociali e lavoro, si vede bene in un’alleanza con Matteo Renzi e Giorgio Gori?
“Dobbiamo imparare la convivenza tra differenti, e soprattutto essere in grado di ascoltarci reciprocamente. Pero’, per quello che anche con simpatia iniziale ho ascoltato nel discorso di Renzi, scorgo una continuita’ con gli errori più fatali che la sinistra ha commesso negli ultimi trent’anni. E non ho trovato nessuna analisi delle cause del berlusconismo, ne’ alcuna soluzione per uscirne. La contrapposizione nonni/nipoti e’ una mistificazione. Quello che oggi serve al Paese e’ ricostruire la comunita’ di tutte le generazioni: non con la formula vecchi/giovani, ma con quella ricchezza/poverta’”.
Somiglia a qualcosa di antico…
“Dobbiamo passare dalla sbornia consumistica alla sobrieta’. Voglio usare una parola religiosa: serve una conversione dell’economia”.

dal sito www.nichivendola.it

sabato 29 ottobre 2011

Petizione Popolare "Non bruciateci il futuro"


 Per firmare online la petizione clicca qui


Al Presidente del Consiglio Regionale dell’Umbria
Al Presidente dell’ATI 4
Ai Sindaci dei Comuni della Provincia di Terni


Premesso che
- Per una gestione ottimale del ciclo dei rifiuti urbani occorre partire “dalla testa e non dalla coda”, rispettando le direttive europee (2008/98/CE) e le leggi nazionali (Dlgs. 205/2010) che impongono una gerarchia negli interventi: prima la Riduzione/Prevenzione dei rifiuti, poi, attraverso lo sviluppo massimo della Raccolta Differenziata, il Riutilizzo ed il Riciclo, quindi il Recupero di altro tipo (in particolare il recupero di energia) e solo all’ultimo posto lo Smaltimento;
- Il Piano per la gestione dei rifiuti dell’Ati 4 (coincidente con la provincia di Terni), non recependo queste indicazioni, prevede, a più di tre anni di distanza dal blocco dell’inceneritore ASM di Maratta, di tornare a bruciare i rifiuti solidi urbani nella conca ternana, nell’inceneritore di Terni Ena–Acea;
- Lo stesso Piano prevede l’ampliamento della discarica di Le Crete di Orvieto, tramite l’estensione al cosiddetto terzo calanco, quando, per la fase residuale del processo, è ritenuto sufficiente la sopraelevazione del solo secondo calanco, come dimostra anche il recente parere della Regione, espresso in sede di valutazione d’impatto ambientale (Via).

lunedì 24 ottobre 2011

WASHINGTON POST : "VENDOLA POTREBBE BATTERE DAVVERO IL CAVALIERE"

Il Washington Post dedica un reportage più che ampio al governatore pugliese, identificato come il futuro leader della sinistra italiana.
“Improbabile”. Nel senso di: quello che non ti aspetti. Questo l’aggettivo che il Washington Post riserva a NichiVendola, governatore della regione Puglia e leader di Sinistra, Ecologia e Libertà, nonchè leader in pectore – secondo la stampa, quantomeno – del centrosinistra italiano che verrà. Una presenza antitetica a Berlusconi, per valori e per storia di vita, che potrebbe davvero costruire l’Italia diversa che è nei suoi programmi, se riuscisse a prevalere.

VENDOLA – Almeno, questo è il giudizio del Washington Post.
All’interno del palazzo di Montecitorio, la camera bassa del Parlamento e la destinazione di Vendola, il primo ministro Silvio Berlusconi ha dovuto affrontare un voto di fiducia a minaccia della sua carriera. Molti degli italiani frustrati che si raccolgono nelle piazze circostanti sperano che questo poeta gay, cattolico ed ex-comunista che i media hanno già ribattezzato – parzialmente a discredito parzialmente ad esaltazione – “l’Obama bianco” possa prendere il posto del premer. Dal nulla, Vendola è così in corsa per essere il prossimo leader dell’Italia. La sua ascesa da governatore regionale a fenomeno nazionale ha coinciso con quel che ormai sembra il declino di Berlusconi. Il magnate dei media è a malapena sopravvissuto al voto di fiducia del 14 dicembre, e nei giorni scorsi ha sofferto per l’erosione della sua coalizione di maggioranza e per l’evaporazione della sua immunità dai processi.
Insomma, in Italia si sale e si scende. Berlusconi, avviato verso un non si sa quanto lungo declino, conclude la sua parabola politica. Nichi Vendola è in ascesa. Riuscirà a conquistarsi le simpatie dell’elettorato italiano?
CE LA PUO’ FARE – Un po’ di sfiducia traspare dalle parole del giornale della capitale americana, ma neanche troppa.
Chiedere le dimissioni di Berlusconi è una tradizione ormai decennale dell’opposizione più o meno di sinistra in Italia. Ma se il suo governo cadesse davvero, Berlusconi molto poco probabilmente se ne andrebbe e basta. Sicuramente il più efficace campaigner in Europa, il miliardario chiederebbe sicuramente le elezioni anticipate, una prospettiva che farebbe crollare la sinistra istituzionale, ma che farebbe accelerare Vendola, l’unico sfidante ad avere il carisma comparabile a quello di Berlusconi. “Siamo nella sala parto”, dice Vendola, con la sua eloquenza barocca. “Lo vedo nel grembo dell’Italia, la creatura alternativa pronta a nascere. E come un ostetrico, la voglio far nascere”.
La metafora del racconto nuovo, questa volta, prende le vesti di una scena d’ospedale. Ce la farà, Vendola, a vincere la battaglia per l’Italia. Il Washington Post fa presente le difficoltà, ma tutto può succedere, sembra dire.
Nel mondo paranormale della politica italiana, potrebbe essere proprio uno sfidante così eterodosso come Vendola a battere Berlusconi. Nel 2005, Vendola ha tramortito l’establishment dell’opposizione e poi la classe dirigente della destra quando ha vinto le elezioni nella conservatrice Puglia. A Marzo, ha comodamente vinto per un secondo mandato, e da li ha iniziato a proporsi come figura di importanza nazionale.
http://www.giornalettismo.com/archives/110336/washington-post-vendola-berlusconi/



lunedì 17 ottobre 2011

Teatro Verdi: 1,5 milioni di euro dalla Regione per il restauro

Di Girolamo e Guerra: "E' stato dato seguito agli impegni presi per una struttura culturale fondamentale per la città"
 
O. Metelli - Teatro Verdi - Uscita dal Teatro
Ulteriori 1,5 milioni di euro per il restauro del Teatro Verdi. Un finanziamento che arriva dalla Giunta Regionale dell'Umbria che oggi, nell'ambito della manovra di assestamento del bilancio, ha stanziato il nuovo impegno economico per la struttura ternana. Considerando anche quanto ha stanziato l'Amministrazione Comunale nell'ambito dei fondi del Puc, si arriva a circa 3 milioni di euro a disposizione, una cifra che può consentire una parte  consistente dell’intervento. 
"Già nel corso della riunione congiunta degli esecutivi regionale e comunale del mese di febbraio, che si è tenuta a Terni, tra i temi trattati particolare attenzione era stata posta al Teatro Verdi, quale contenitore culturale di primissimo piano, da recuperare al più presto", ha commentato il Sindaco Leopoldo Di Girolamo esprimendo la propria soddisfazione per la decisione della Regione, “sforzo ancora più significativo in presenza delle note difficoltà delle Regioni e degli enti locali a seguito delle manovre finanziarie del governo”. 
"Fin da subito - continua Di Girolamo - è emersa la condivisione della Regione a considerare il Verdi una struttura strategica e la presidente si è fatta portavoce di un impegno chiaro e forte a collaborare con il Comune affinché si arrivi all'apertura di un cantiere complessivo".
"La presidente Marini, l'assessore al bilancio Rossi e la Giunta regionale tutta hanno posto massima attenzione alla relazione del sindaco e alle questioni che avevamo posto - commenta da parte sua l'Assessore comunale alla cultura Simone Guerra - e hanno concordato sulla necessità di reperire le risorse necessarie utilizzando i canali regionali e nazionali. In questi mesi si è continuato ad interloquire con palazzo Donini al fine di trovare una convergenza". 
"Ora la Regione ha dato seguito in maniera concreta ai suoi impegni. Per questo la ringraziamo. Il teatro Verdi - conclude l'assessore Guerra - è il cuore culturale della città dove una comunità si rappresenta, si confronta, si riconosce, costituisce la propria identità e abbiamo l'assoluta necessita di riconsegnarlo alla città il prima possibile, pur consapevoli delle difficoltà dell'intervento". 

dal sito del Comune di Terni

domenica 16 ottobre 2011

Con gli indignati. E insieme contro i violenti



“A Roma ci sono state due manifestazioni: una meravigliosa e coinvolgente fatta di simboli, gioventù, protesta e anche spirito di rivolta ma pacifica. Un’altra organizzata da una minoranza di teppisti e black block che vogliono togliere la scena della gironata ai veri indignati e prendersela loro, rompendo videocamere, auto, vetrine. Che vogliono spostare il conflitto sul piano della violenza. Questi violenti e le loro violenze  vanno condannate con la massima fermezza e nettezza. Loro hanno voluto tentare la finestra di protesta aperta dagli indignati, ma l’indignazione allo stesso corteo si è rivolta contro la violenza e ha gridato loro di abbandonare la manifestazione. Oggi, in tutto il mondo e anche a Roma, si è voluto far sentire la voce pacifica di una intera generazione indignata contro una crisi che sta smantellando diritti e welfare delle persone. I violenti diventano invece un possibile salvagente di chi è blindato dentro il palazzo e ne appare il migliore alleato”.Sono le parole di Nichi. Sono le nostre parole. Era un corteo bellissimo, con tante e tanti ragazze/i mai visti così numerosi per strada per esprimere le loro ragioni, la voglia di politica, di riprendersi la vita. La gioia di manifestare pacificamente insieme e compatti in una piazza, come tanti e tante hanno fatto nel resto del mondo. Una manifestazione che rischia di essere oscurato da un gruppo di violenti che incappucciati e mascherati hanno messo in scena, persino contro i manifestanti che volevano allontanarli, azioni inqualificabili.
Oggi in piazza c’erano tante e tanti di Sinistra Ecologia Libertà. Abbiamo portato in piazza il nostro contributo, tentando pure di isolare i black bloc quando hanno tirato delle bombe carta contro i manifestanti. Un nostro compagno tentando generosamente di allontanarne una da altre persone che rischiavano di essere ferite ha perso due dita di una mano. Chi ha messo in scena la violenza di oggi deve essere individuato e punito. Le violenze ai manifestanti, le auto bruciate, i supermercati assaltati, i giornalisti picchiati non solo sono semplicemente da condannare, ma determinano il pericolo che le ragioni di un popolo vengano oscurate e messe in secondo piano. O ancor peggio sovrapposte.
Siamo con gli indignati, con le ragioni delle centinaia di migliaia di persone scese oggi in piazza. E siamo contro i violenti. Senza se e senza ma.

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Roma, 16 ott. (Adnkronos) - "Sono stato a trovare Enzo, il nostro militante, uno dei tanti manifestanti pacifici e pacifisti che sono stati aggrediti dalle bande criminali che hanno devastato il corteo dell'indignazione di ieri . Ed e' anche l'occasione per esprimere tutta la nostra solidarieta' ai feriti, ai manifestanti e alle forze dell'ordine aggrediti dai violenti. Tutti loro sono stati violati da questa violenza teppistica". E' quanto ha affermato Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Liberta'.

L'AGGRESSIONE AI MILITANTI DI SEL CON LANCI DI BOMBE CARTA (VIDEO)


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venerdì 14 ottobre 2011

SEL dell’Umbria parteciperà alla manifestazione del 15 ottobre

Il 15 ottobre milioni di persone scenderanno nelle strade e nelle piazze di tutta Europa.
Sarà una giornata di straordinaria importanza, nella quale si renderà plasticamente visibile il dissenso di massa nei confronti di un continente incapace di guardare in faccia i propri figli.
E’ sconcertante notare come a distanza di tre anni dall’esplosione di una crisi di sistema di portata storica, la politica non abbia prodotto nessuna seria autocritica sul turbocapitalismo finanziario che l’ha prodotta, ostinandosi invece a proporre soluzioni tutte interne alla stessa logica tecnocratica.
I tagli allo stato sociale, la compressione dei diritti, ed in generale la dismissione del pubblico persino nella sua accezione liberale, sono allo stesso tempo sintomo ed effetto di una classe dirigente che non è più in grado di produrre visioni, di indicare prospettive. La piccineria politica di questa Europa, reclama la discesa in campo dell’altra Europa, di quei tanti che pagano il prezzo dell’ingordigia di pochi.
Per questo anche SEL dell’Umbria sarà presente alla manifestazione di Roma.
Non solo contro le politiche recessive e antipopolari imposte dalla Banca Centrale Europea, delle quali la versione berlusconiana rappresenta la variante più becera, ma anche per proporre un’idea diversa di sviluppo: redistribuzione della ricchezza, riconversione ecologica dell’economia, abbattimento delle spese militari, esigibilità dei beni comuni, sono tutti temi che parlano di un altro mondo possibile e mai come oggi necessario.
E il fatto che alle piazze europee, si uniranno quelle di Rabat, di Mosca, di Buenos Aires, di New York e tantissime altre, significa che qualcosa di profondo sta accadendo.
Un’occasione per la sinistra? Forse. Di sicuro un’opportunità per l’umanità.

Stefano Boccioli Resp. Lavoro e Precarietà SEL UMBRIA

martedì 11 ottobre 2011

SEL Terni: "Piccoli accorgimenti virtuosi per il Consiglio Comunale"

COMUNICATO STAMPA

E’ripresa ormai in pieno l’attività dell’Amministrazione Comunale di Terni in tutte le sue articolazioni: Giunta, Consiglio e Commissioni.
Il contesto in cui si è costretti a lavorare è reso sempre più difficile dalle politiche di bilancio del Governo che stanno letteralmente paralizzando gli Enti Locali.
In questo quadro la Giunta Comunale ha intrapreso , con la delibera del  17/6/2011                                      
un’azione di contenimento di alcune spese di funzionamento.
Come Circolo di Sinistra Ecologia Libertà di Terni vogliamo dare alcuni suggerimenti che vanno nella stessa direzione:
1)      evitare la convocazione del Consiglio e delle Commissioni nei pomeriggi in cui il personale è costretto a rientrare in straordinario. (Lunedì, Mercoledì, Venerdì)
2)      diminuire il numero di riunioni del Consiglio e delle Commissioni, aumentando i punti in discussione.
Piccoli accorgimenti virtuosi, che potrebbero essere d’esempio alla città e agli altri Enti.


                                                                                    Sinistra Ecologia Libertà- Circolo di Terni
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giovedì 6 ottobre 2011

Massimo Zedda a Ballarò



Massimo Zedda ( Sindaco di Cagliari - SEL) martedi 4 ottobre a Ballarò, il video con tutti i suoi interventi

mercoledì 28 settembre 2011

Umbria Reloaded per progettare il futuro

Finalmento il dibattito è aperto: si discute in Umbria dell’avvio di un nuovo ciclo politico di cui in tanti da troppo tempo sentiamo il bisogno. Si discute purtroppo perchè costretti a farlo, ma è comunque un passo in avanti per recuperare il tempo perduto.
Troppi i segnali dal ciclo precedente che muore, perché si possa non ascoltarli: le ultime elezioni amministrative, la partecipazione ai referendum, lo svuotamento delle sedi di partito, i dati sulla fuga dei cervelli e sull’attivismo politico delle giovani generazioni ci rimandano l’immagine di un Umbria sempre più lontana dal gruppone delle regioni rosse e lontana anche dai luoghi della riscossa, come Milano, Napoli e Cagliari, che hanno battuto l’arroganza di destre vergognosamente incucludenti e ingiuste. E’ proprio il caso di dire che mentre si organizzavano convegni sull’Italia di mezzo ci siamo ritrovati in un’Umbria di mezzo: ultimi delle regioni del centro-nord e primi tra quelle invece del centro-sud, ci dibattiamo in un’identità incompiuta e stanca, avvolta dalla retorica della gloria che fu e da una prospettiva incerta ed indecisa rispetto al modello di sviluppo, alla nostra collocazione della nuova divisione internazionale del lavoro e infine al livello della qualità della vita che pensiamo di poter garantire agli umbri.

martedì 27 settembre 2011

Ora tocca noi, tutt@ in piazza il 1 ottobre


 
Autobus da Terni: 
ore 11.30 Terminal Bus Piazzale della Rivoluzione Francese 
ore 12.30 concentramento pullman dell'Umbria a Orte - casello autostradale A1

costo euro 10
 
per info e prenotazioni Valeria (349/8347382) Andrea (349/4711753)

mercoledì 21 settembre 2011

Diamoci un taglio! Alle spese militari



Parte la campagna di SEL per tagliare le spese militari. Persino Cameron in Gran Bretagna di fronte all’attuale crisi economica e dei conti dello Stato ha deciso tagli sostanziosi alla spesa militare per 4-5 mld di euro. In Italia invece niente: le ultime due manovre, insopportabili dal punto di vista dei tagli alla spesa sociale e ai servizi ai cittadini e profondamente ingiuste per la scelta di far pagare la crisi sempre agli stessi noti, cioè le fasce sociali medio basse e i lavoratori dipendenti, non hanno certamente intaccato le spese militari.
Eppure l’Italia spende più di 25 mld di euro l’anno per la spesa militare, pari a circa l’1,4 del prodotto interno lordo e assolutamente ingiustificabili nell’attuale situazione internazionale. Ma il punto oggi non è solo questo. E’ profondamente immorale continuare per esempio ad acquistare con i soldi pubblici aerei come gli F35 o le costosissime unità navali FREMM e contemporaneamente tagliare servizi essenziali per i cittadini e mettere i tickets per la sanità.
Così come, oltre che sbagliato politicamente, è quanto mai oneroso per il bilancio dello Stato italiano continuare a spendere soldi per missioni militari che durano da anni, periodicamente rinnovate dal Parlamento in automatico, senza che se ne conoscano ormai gli esiti e le finalità – l’Afghanistan in primo luogo – o che nascono in modo improvvisato, con la pratica dei “volenterosi”, come è successo con la Libia.
Tutte buone ragioni per mettere al centro del dibattito politico e del confronto pubblico a tutti i livelli e in tutte le sedi un capitolo così importante per riaprire decisiva partita, importante per indirizzare le scelte verso tagli che fanno bene evitando quelli che fanno male.

Qui trovate la pagina del sito per stampare i materiali e firmare la petizione
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martedì 20 settembre 2011

"Micromondi un successo da ripetere"


“Le oltre cinquemila persone partecipanti alla tre giorni di Micromondi, la rassegna di spettacoli, giochi, musica e arte che ha animato per l’intero weekend le piazze e le strade della città, il Circolo Lavoratori Terni e il Parco Fluviale del Nera, dimostra la validità della manifestazione”, dichiara l’assessore alla Cultura, Simone Guerra.
Uno, due tre stelle, “Circo al Circolo” e “Fast kids –prosegue Guerra- ” hanno fatto registrare il tutto esaurito, con i bambini protagonisti assoluti dei laboratori, dei giochi, delle attività motorie, dei racconti, delle fiabe e degli spettacoli circensi con decine di spettacoli e iniziative tutti a ingresso gratuito.
Il successo della prima edizione è stato determinato dalla grande professionalità di tutti gli operatori che sono stati impegnati nelle varie iniziative e soprattutto dalla grande ed attiva partecipazione dei tanti bambini presenti e delle loro famiglie.

Nichi Vendola: Ora tocca noi, manifestazione nazionale 1 ottobre


Rivolgo un appello alle donne e agli uomini che non si rassegnano ad assistere impotenti al declino italiano, alla distruzione di vincoli sociali e democratici che rendono unita la comunità nazionale del Paese. A questo siamo ormai giunti con la destra al governo. In un crescendo di diseguaglianze e ingiustizie sociali, di smarrimento di un ruolo e di una funzione dell’Italia dentro l’Europa e nel mondo, di pieno spossessamento dei diritti, nel campo del lavoro, dell’ambiente, del sapere, della sfera soggettiva e individuale delle persone.

lunedì 19 settembre 2011

15 ottobre. Ci saremo e faremo la nostra parte


Il 15 ottobre può essere l’occasione per dare forza e continuità in Italia e in Europa ad un nuovo movimento capace di svelare le ragioni di questa crisi economica e finanziaria, ma soprattutto di indicare una via di uscita alternativa a quella dei governi e della tecnocrazia europea. Per queste ragioni parteciperemo all’assemblea nazionale convocata dai promotori dell’appello per il 24 settembre a Roma convinti che in questa discussione e mobilitazione ognuno debba far prevalere, in un rapporto paritario tra movimenti, associazioni, singoli, forze politiche e sociali, le ragioni che ci uniscono rispetto a quelle che possono dividerci.

mercoledì 14 settembre 2011

Vendola: “A Bersani dico: Tutti insieme in Piazza”

“Il nuovo Ulivo di Bersani? E’ indispensabile partire, dare segnali forti a un Paese smarrito, mettere in campo una proposta di alternativa, rendere visibile la possibile unita’ di un grande centrosinistra che innanzitutto deve convocarsi, presentarsi, darsi un’agenda di lavoro. Possibile che non siamo in grado neppure di organizzare una grande manifestazione unitaria?», dice Nichi Vendola, leader di Sel e governatore della Puglia.

giovedì 1 settembre 2011

Sciopero generale: in piazza per difendere il futuro di tutti


Corteo a Terni da Viale della Stazione (davanti Provincia) ore 9.30

Sinistra Ecologia e Libertà  parteciperà  attivamente e con convinzione allo sciopero generale proclamato dalla Cgil per il prossimo 6 settembre. Il nostro partito si farà  promotore delle ragioni di tale scelta e promuoverà  la massima partecipazione avverso una manovra finanziaria che sempre più manifestamente si configura come una macelleria sociale disperata e distruttiva.

Ora tocca noi, tutt@ in piazza il 1 ottobre

L’abbiamo detto, l’abbiamo scritto molte volte: c’è un paese migliore, un’Italia che non si riconosce nei colpi di coda di questo regime e neppure nelle esitazioni di un’opposizione parlamentare che balbetta invece di dire, che esita invece di fare. C’è un paese migliore che non rassomiglia alla cartolina slabbrata e malinconica che Berlusconi propone ogni giorno dell’Italia.

Bene i tagli annunciati dalla Marini ma rimangono dubbi e ambiguità. I 10 punti di Sel per la Riforma dell’Umbria

L’idea della Giunta Regionale di ridurre a due le Asl e di fare una sola azienda ospedaliera e di mettere mano alla soppressione di diversi enti intermedi, non può che essere salutata da noi con soddisfazione. Può essere un inizio positivo di una riforma generale del Governo dell’Umbria, di quel cambiamento generale che il nostro partito aveva indicato in 10 punti.

giovedì 28 luglio 2011

Alfonso Gianni sulla manovra economica 2011

Pubblichiamo una nota di Alfonso Gianni sull’ultima manovra finanziaria.
Per scaricare il documento, clicca qui

Alfonso Gianni  (SEL)

lunedì 25 luglio 2011

Norvegia: quel paese ignoto nel mondo globale

Quel paese ignoto nel mondo globale

Più il mondo è globalizzato, più la comunicazione è istantanea, più il flusso delle notizie è impetuoso e meno sappiamo dei paesi accanto: proprio come la vita dei nostri vicini di casa scorre parallela alla nostra, ma separata, ignota e incomunicante, così avviene per le realtà sociali: con i suoi 92 morti, la duplice strage di venerdì in Norvegia ne è la riprova più feroce.
La stessa facilona superficialità con cui abbiamo potuto oscillare tra la pista islamica e quella dell'estrema destra indigena la dice lunga sulla nostra ignoranza. Altrettanto sintomatico è stato il coro su «l'innocenza perduta», come se a nord della Germania qualcuno l'avesse prima mai trovata.
Solo la nostra totale incomprensione del mondo che ci circonda ci ha permesso da vent'anni a questa parte di non chiederci nemmeno una volta come mai le terre della mitica «socialdemocrazia nordica» avessero ripudiato con tanta facilità la forma più vicina al paradiso terrestre che l'umanità avesse mai conosciuto. E non è solo un modo di dire.
Perché con la loro protezione sociale, con il loro livello di uguaglianza nei salari, con la gratuità di servizi di alta qualità per tutti, le socialdemocrazie scandinave sono state quanto di più vicino a un modello concretamente socialista che la terra abbia conosciuto nel XX secolo, su questo non ci piove.

Ma mai ci siamo interrogati su perché e per come questo «modello scandinavo» si sia sgretolato in Svezia, in Finlandia, in Olanda e in Danimarca quasi in contemporanea con il crollo del muro di Berlino e con l'inglorioso autodissolvimento dell'Unione sovietica (solo il petrolio del mare del Nord ha contrastato questa deriva in Norvegia).
Sia ben chiaro: anche 20 anni dopo aver intrapreso l'amara cura liberista, questi paesi rimangono infinitamente più sociali di quanto l'Italia si possa mai sognare in un prevedibile futuro (a meno di insperate rivoluzioni). Ma non ci si è accesa una lampadina in testa nemmeno quando, dopo l'11 settembre, proprio in questi paesi - e non altrove - è apparsa per la prima volta una crociata anti-islamica: è in Olanda che il regista Theo Van Gogh ha diretto il film Submission, per cui è stato ucciso da un olandese di origine marocchina; è in Danimarca che nel 2005 il quotidiano Jyllands-Posten ha pubblicato le 12 vignette su Maometto che hanno fatto infuriare il mondo musulmano.

Neanche dopo i risultati elettorali dell'ultimo decennio abbiamo cercato di capire. Abbiamo assistito all'ascesa dei partiti di estrema destra senza domandarci come fosse possibile che la socialdemocrazia generasse i suoi mostri, in una riedizione in piccolo de La dialettica dell'illuminismo di cui parlavano Theodor Adorno e Max Horkheimer per rendere conto dell'ascesa del nazismo. In Danimarca nelle elezioni del 2001 il Dansk Folkeparti (Partito del popolo danese) ottenne il 12 % dei voti e 22 seggi; nel 2007 migliorò i suoi risultati con il 13,8 % dei voti e 25 seggi (su 179), e poiché garantisce il governo fornendogli un appoggio esterno, ne condiziona le politiche, in particolare quelle migratorie. Stessa situazione in Olanda dove governa una coalizione di centrodestra sostenuta dall'esterno dal Partij voor de Vrijheid (Partito per la libertà) di Gert Wilders che nel 2010 ha ottenuto il 15,5% dei voti e 24 seggi (su un totale di 150). In Svezia una coalizione di centrodestra ottenne la maggioranza assoluta nel 2006: nel 2010 l'ha persa, ma continua a governare grazie all'ascesa del partito di estrema destra Sverigedemokraterna (Democrazia svedese) che per la prima volta è riuscito con il 5,7% dei voti a superare lo sbarramento ed entrare in parlamento con 20 seggi (su 349). In Finlandia quest'anno le elezioni di aprile hanno registrato un progresso del partito xenofono e antieuropeo, il Perussuomalaiset (Veri Finnici), che è balzato dal 4 al 19,1 % dei voti e da 5 a 39 seggi (su 190). E se la Norvegia sembra andare in controtendenza, perché il partito laburista continua a governarvi, in realtà alle elezioni del 2009 il centrodestra nel suo complesso ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti e i partiti di destra più estrema Høyre (Partito conservatore, letteralmente la «Destra») e Framstegspartiet (Partito del Progresso) hanno guadagnato in seggi e in voti. Da notare che il sospettato autore delle stragi di Oslo e di Utoya, il 32-enne Anders Behring Breivik, è stato dal 1999 al 2004 membro della gioventù del Partito del Progresso, che poi ha abbandonato accusandolo di «aver abbracciato il multiculturalismo».

Eppure noi sapevamo che i rapporti dei paesi nordici col nazismo non erano mai stati innocenti quanto ci hanno voluto far credere. Le correnti di simpatia per chi sosteneva la purezza della nordica razza ariana furono meno marginali di quanto ci raccontassero. E il collaborazionismo con il terzo Reich fu meno recalcitrante di quanto fu tramandato. Il nome Quisling è diventato sinonimo di viceré servo dell'invasore, da quel Vidkun Quisling che dal 1942 al 1945 governò la Norvegia in nome del Führer. Anche in Olanda e negli altri paesi occupati la versione postbellica edulcora non poco la realtà.

Ma anche a prescindere da quegli anni bui, un sospetto poteva venire dopo l'assassinio di Olof Palme (1986), o anche dal diffondersi di fenomeni che mal quadravano con lo stereotipo dell' innocenza e del paradiso socialdemocratico. Per esempio, nel corso di ricerche sulle gangs americane, scoprii in Svezia e Norvegia filiali di gangs di Chicago (a loro volta gang svedesi come gli Original Gangsters di origine siriaca hanno filiali in Germania). Altri indizi ci giungevano dalla letteratura gialla, come scrive qui accanto Aldo Garzia, dagli svedesi Henning Mankell e Stieg Larsson, dal norvegese Jo Nesbø, dall'islandese Arnaldur Indriðason. Tutti ci mostrano società inquiete, irriconoscibili rispetto ai nostri stereotipi. Basti pensare a un dettaglio: la Svezia è uno dei paesi più ricchi al mondo, ma da una ventina di anni sono sempre più numerosi gli svedesi che vanno a lavorare in Norvegia. E naturalmente, appena appaiono come lavoratori immigrati, subito vengono connotati in termini negativi: Bossi potrebbe imparare dalla nascita di un leghismo norvegese anti-svedese.

Il meccanismo della comunicazione globale ci impone - per ieri e per oggi - le stragi di Utoya e Oslo con la loro disumana violenza. Pronto a dirottarci domani verso una nuova strage, un nuovo massacro, un altro tsunami che cancelleranno la memoria di questo eccidio come un file da una penna di memoria flash. E invece dovremmo un istante staccare la spina alla nostra tv satellitare, dovremmo prenderci una «siesta digitale» come diceva El Pais qualche giorno fa e cercare di ricostruire un background concettuale agli eventi che ci vengono incessantemente imposti e subito sottratti. Pensarli politicamente, cercare di capire quale nuova dialettica dell'illuminismo ha portato una democrazia nordica a guardare esterrefatta i corpi crivellati dei suoi adolescenti giacere inanimati su un'isola felice.

di Marco D'Eramo: da "il manifesto" 24 luglio 2011