venerdì 12 febbraio 2016

Sostegno alla manifestazione no inceneritori 14 Febbraio: se 23 milioni vi sembran pochi....

Il Circolo di Sinistra Ecologia e Libertà di Terni condivide le ragioni che stanno alla base della manifestazione che il comitato no inceneritori organizza per il 14 febbraio alle ore 10.

 Lo fa nella convinzione che incenerire non è la strada da percorrere per chiudere il ciclo dei rifiuti, come non lo sono le maxi discariche .
Questa battaglia SEL la combatte da anni indicando una strada da seguire diametralmente opposta a quella prospettata dal decreto Sblocca Italia.

Innanzitutto bisogna passare al ritiro “porta a porta” con tariffazione puntuale e poi bisogna fare tutto il possibile per ridurre la mole di rifiuti prodotti, anche attraverso misure per abbattere gli sprechi alimentari e riprogettare gli imballaggi.

La storia della “discarica-zero” grazie all’incenerimento è una bugia, perché rimane un 25% circa di scorie e ceneri da smaltire in un deposito tradizionale. La realtà è che gli impianti, una volta costruiti e autorizzati, devono funzionare per almeno 20-30 anni ed essere alimentati da una quantità costante di spazzatura altrimenti l’investimento non si ripaga. E per avere rifiuti da bruciare bisogna produrne.

Lo Sblocca Italia parte da una premessa giusta: bisogna evitare le procedure d’infrazione europee per il mancato rispetto dell’obbligo di collocare in discarica soltanto materiale pretrattato ma dimentica che l’Europa ha avviato le procedure contro l’Italia non perché nel nostro paese manchino gli inceneritori ma per l’assenza degli impianti di trattamento che andrebbero a braccetto con le buone pratiche del ciclo dei rifiuti, cioè riduzione, raccolta domiciliare e riciclo, al contrario di un inceneritore.

La Regione Umbria ha approvato lo Sblocca Italia e la deroga ottenuta per tutte quelle Regioni che, mettendosi insieme, siano in grado di superare la necessità di autorizzare nuovi impianti non solo non chiarisce i dubbi ma, al contrario, apre a scenari preoccupanti.

In Umbria le percentuali di raccolta differenziata sono ancora bassissime e a Terni non si è ancora neanche riusciti ad attuare quanto previsto dal Piano d’Ambito a quasi due anni dall’affidamento del servizio al nuovo gestore.

A fronte di una spesa di circa 23 milioni di euro l’anno la raccolta differenziata del comune è ancora ferma a poco più del 40%.

Come SEL Terni chiediamo che agli annunci pubblicati in questi giorni sui giornali che parlano di riorganizzazione del servizio e di estensione del porta a porta seguano risultati concreti perché i ritardi non sono più accettabili e lasciano troppo spazio a chi crede che l’unica soluzione sia incenerire