mercoledì 28 settembre 2011

Umbria Reloaded per progettare il futuro

Finalmento il dibattito è aperto: si discute in Umbria dell’avvio di un nuovo ciclo politico di cui in tanti da troppo tempo sentiamo il bisogno. Si discute purtroppo perchè costretti a farlo, ma è comunque un passo in avanti per recuperare il tempo perduto.
Troppi i segnali dal ciclo precedente che muore, perché si possa non ascoltarli: le ultime elezioni amministrative, la partecipazione ai referendum, lo svuotamento delle sedi di partito, i dati sulla fuga dei cervelli e sull’attivismo politico delle giovani generazioni ci rimandano l’immagine di un Umbria sempre più lontana dal gruppone delle regioni rosse e lontana anche dai luoghi della riscossa, come Milano, Napoli e Cagliari, che hanno battuto l’arroganza di destre vergognosamente incucludenti e ingiuste. E’ proprio il caso di dire che mentre si organizzavano convegni sull’Italia di mezzo ci siamo ritrovati in un’Umbria di mezzo: ultimi delle regioni del centro-nord e primi tra quelle invece del centro-sud, ci dibattiamo in un’identità incompiuta e stanca, avvolta dalla retorica della gloria che fu e da una prospettiva incerta ed indecisa rispetto al modello di sviluppo, alla nostra collocazione della nuova divisione internazionale del lavoro e infine al livello della qualità della vita che pensiamo di poter garantire agli umbri.

Serve uno scatto di reni: uno slancio diverso nei rapporti con i cittadini, fatto con fermezza, misura e trasparenza, senza sbavature e senza le posture politiche scomposte di chi pensa che menando colpi a caso si possa trarne qualche vantaggio elettorale. Serve tanto più ora, che le indagini in corso, le intercettazioni, il disvelamento pubblico di alcuni meccanismi nella gestione del potere proiettano un’ombra sull’effettiva uguaglianza dei cittadini di fronte alle istituzioni e rischiano di far apparire la transizione più come un’agonia che come un cambiamento. Sia chiaro: non sappiamo se ciò che è emerso in questi mesi si configuri o meno come reato, di questo dovrà occuparsi la magistratura nella sua piena autonomia. Certo, un quarantennio di politiche amministrative non può essere valutato soltanto alla luce di qualche favore. Eppure sappiamo anche che ciò che leggiamo logora il rapporto con il cittadino, che non è soltanto un elettore disponibile ad avvantaggiarsi del meccanismo delle spintarelle come qualcuno vorrebbe suggerire, ma è il soggetto fondativo della politica e delle istituzioni repubblicane. Permettere che questo accada, in nome di un avvilente ‘tutti ne hanno beneficiato’, è una tripla e fatale sconfitta politica: in primis perchè non rende giustizia ai tanti che hanno scelto per se stessi pratiche e comportamenti diversi, anche a detrimento del proprio consenso elettorale; in seconda battuta perchè è inaccettabile pensare che sia impossibile vincere e governare seguendo fermi principi di trasparenza; infine perchè suppone l’impossibilità di cambiare, di trasformare la politica, di riprogettare la regione, di dare spazio alle scelte delle giovani generazioni e avviare un pezzo di nuovo futuro.
Se c’è veramente qualcuno anche nel Partito Democratico, oltre che fuori, che pensa a come dare un futuro al centro-sinistra della regione, questa non può che essere una buona notizia, anche se questo comporta una necessaria cesura con i potenti che furono e probabilmente sono ancora.  Staremo a vedere: basta non sia l’ennesima lotta interna tra città, correnti e poteri ma sia invece il risultato di un pensiero politico aperto e accogliente, costruito sull’allargamento della partecipazione .
Infine bisogna aggiungere che tutto ciò sicuramente non basta: serve anche coraggio, creatività, innovazione nelle politiche amministrative. Serve un nuovo patto tra questa regione e le giovani generazioni: politiche concrete di contrasto alla precarietà come quelle che vediamo in Puglia e Toscana, riforma degli incubatori d’impresa, una spinta decisa alla greeneconomy, un fondo speciale per le nuove produzioni culturali, un sostegno serio alla ricerca nel campo tecnologico e informatico per l’innovazione di prodotto. Troppi in Umbria sono stati in questi anni abituati ad avere accesso ai finanziamenti pubblici a prescindere dalla qualità del proprio lavoro imprenditoriale: è tempo di fare diversamente, perchè non possiamo più permettercelo. La Regione deve essere un sostegno per i più deboli, e un pungolo per le nostre imprese, una spinta a migliorarsi.
Un Umbria Reloaded, con un nuovo software che faccia funzionare diversamente il potente hardware costruito nella fase precedente, è il progetto di Sinistra Ecologia e Libertà. Cerchiamo collaboratori. Possiamo dare collaborazione.
Elisabetta Piccolotti - Assessore Comune Foligno, Presidenza naz. SEL

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