Le condanne (da 16 anni e 6 mesi a 10 anni e 10 mesi), comminate della Corte d’Assise di Torino ai 6 dirigenti della ThyssenKrupp, rappresentano un atto di straordinaria importanza per il mondo del lavoro e per l’intero Sistema Paese, chiamato ad una seria riflessione circa la qualità della propria politica industriale.
Si tratta infatti non solo di un sacrosanto atto di giustizia nei confronti delle famiglie dei 7 lavoratori morti nell’incendio del dicembre 2007, ma anche di una chiara affermazione dei principi sanciti dalla nostra Carta Costituzionale: L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. Proprio quell’art. 41 che il Governo Berlusconi ha più volte affermato di voler “riformare” per rilanciare l’economia.
Riteniamo che le forze progressiste abbiano il dovere - anche in Umbria, dove la ThyssenKrupp rappresenta peraltro la principale impresa del settore siderurgico - di elaborare proposte per il territorio in grado di attrarre investimenti, tecnologie e produzioni, ma senza ambiguità sulla tutela, sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori.
Coordinamento regionale SEL Umbria
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