lunedì 6 ottobre 2014

Ritirare e ridiscutere il piano di riordino scolastico della giunta comunale

La scuola pubblica italiana è sottoposta ormai da molti anni a provvedimenti che ne minano la credibilità e funzionalità. I tagli di materie, di ore di insegnamento, di personale docente e ATA, l’aumento dell’affollamento nelle aule, le difficoltà di manutenzione, sono diventati la regola. Un paese che vuole uscire dalla crisi dovrebbe invece partire dal rafforzare  la sua scuola.
Per questo crediamo che ogni provvedimento delle istituzioni dovrebbe essere preso con il massimo coinvolgimento del mondo della scuola, in ogni suo comparto, ed avere come stella polare il progetto formativo e non il pallottoliere.
La delibera della giunta comunale sul ridimensionamento scolastico purtroppo va esattamente nella direzione contraria.
Anzitutto va evidenziato un punto fondamentale: le istituzioni scolastiche dell’obbligo del comune di Terni rispettano già  adesso tutti i limiti previsti sia dalla legge nazionale che dalle linee guida regionali, ovvero sono tutti dimensionati e rispondenti al progetto formativo definito dalla regione. Quindi non esiste nessun obbligo normativo alla presentazione di tale atto, che prevede una serie accorpamenti, spostamento di classi da una scuola all’altra, soppressioni di istituti (con probabile conseguenza perdita di posti di lavoro) e molto altro ancora. Il tutto senza il necessario coinvolgimento delle scuole stesse, delle parti sociali e dei genitori. Coinvolgimento obbligatorio per legge oltre che necessario per mero buon senso.
La commissione comunale che ha partorito il piano ha lavorato infatti per pochissimi giorni e ha previsto come unica presenza delle dirigenze delle scuole l’assessore al ramo ufficialmente (come riportato nella delibera) nella doppia veste di assessore e dirigente dell’Istituto De Filis.
Il piano approvato, è stato inviato ufficialmente alla provincia e alla regione senza un minimo di confronto e senza l’obbligatorio parere degli organi collegiali della scuola.
SEL Terni chiede che l’amministrazione comunale di Terni annulli l’atto, e che costruisca un vero percorso partecipativo con le scuole e il territorio.

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