Se questa insensata crisi politica deve servirci a qualcosa serva a guardarci in faccia ed a fare un’analisi di coscienza collettiva per produrre un ragionamento politico alto ed all’altezza del momento di difficoltà profonda che si appresta a vivere la città. L’alternativa è lo sprofondare nel gorgo inarrestabile dell’imbarbarimento politico a cui stiamo assistendo. Terni di fronte alla crisi mondiale intercetta una crisi di sistema che mette a repentaglio il proprio futuro, gli asset economici storici (acciaio e chimica) sono a rischio. I pontelli pubblici che questo sistema hanno accompagnato, sviluppato ed arricchito, dalle politiche sociali e sanitarie, al sistema della conoscenza, sono in grave ridimensionamento. Il momento richiederebbe uno sforzo collettivo di grande livello. Una chiamata alle armi delle idee, del pensiero, un esercizio eccezionale delle virtù pubbliche e private. Ciò che ci troviamo di fronte è invece uno spettacolo avvilente. Una rincorsa al posizionamento sul pezzetto di legno più comodo della zattera che si vuol mandare alla deriva. Bè noi non ci stiamo. Terni è una nave corsara che ha attraversato orgogliosa il burrascoso mare del Novecento e che può ritrovare il vento per spiegare le sue vele nel Terzo Millennio. Ha tutte le energie e le risorse per poterlo fare: un grande Know How produttivo, competenze, professionalità, intelligenze. Anche nel settore della cultura ha fatto passi da gigante, proiettandosi sul panorama nazionale ed internazionale su temi che riguardano la propria identità: l’innovazione, la cultura popolare, il contemporaneo. Sempre più non ternani la scelgono come città d’elezione dove trasferirsi a vivere anche per la qualità della vita e la proposta culturale diffusa e continuativa durante l’anno che essa offre. Basta spostarsi un po’ da Terni per sentirne cantare le lodi. Gli unici detrattori interessati albergano qui, tra i nostri concittadini. L’ultima vicenda, quella del festival dei giovani ne è limpido esempio. Ferma restando la condanna all’infelice uscita dei cantanti sul palco, subito espressa da tutti, organizzatori in primis, colpisce il bailamme che intorno ne è scaturito. Nessuno nota come in tempi in cui il bilancio delle politiche giovanili ( non culturali tra l’altro) è quasi azzerato, i giovani della città si siano mobilitati da soli, abbiano trovato risorse, costruito iniziativa culturale e sociale, portato a Terni altri ragazzi da tutta Italia e non ultimo più di 60.000 euro dal Ministero della Gioventù. Ossigeno anche per quelle realtà di impresa culturale in forte crisi ( tipografie, catering, service, alberghi ecc…) dopo i tagli ripetuti. Non si aspetta altro che lo scivolone non voluto per aggredire l’assessore, per contestare tutto. E’ un solo episodio, ma non l’ultimo che descrive un clima pericoloso che percorre la città. Un incapacità nel fare rete, di non saper fare squadra, di non essere in grado di riconoscersi reciprocamente i meriti. Di guardare con occhio malevolo alle iniziative che, nonostante tutto, tanti soggetti riescono per fortuna a mettere in piedi in città. Si sta alla finestra sperando sotto sotto che qualcosa vada storto. Da questo tarlo nessuno è immune.
Se vogliamo immaginare una nuova strategia per questa città bisogna cambiare passo. Uscire dalprovincialismo e dalla piccineria mentale e piccolo borghese del pro domo mea. Se vogliamo costruire ed intravedere il futuro di Terni abbiamo il dovere di alzare lo sguardo.
Federica Porfidi
Coordinatrice Provinciale di Sinistra Ecologia Libertà
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