In
una recente intervista l'Assessore Giacchetti annuncia un giro di vite sulla
ZTL: nuove telecamere anti furbetti, nuovo meccanismo per i permessi disabili,
nuovi arredi e nuovi percorsi.
Tutto
condivisibile e apprezzabile, ma, dall'intervento, emergono almeno tre elementi
su cui riflettere.
Il
primo riguarda la mancanza di un progetto per un nuovo piano della mobilità,
organico e condiviso, che non renda la ZTL un'isola regolamentata avulsa dal
contesto della viabilità cittadina, ma ne sia piuttosto elemento qualificato
portante, connesso in modo intelligente (piste ciclabili, trasporto pubblico,
zone 30, parcheggi con tariffe differenziate). Per SEL tale pianificazione non
è più differibile.
Parcheggio abusivo a Piazza della Repubblica |
Il
secondo riguarda il periodo di transizione da qui al termine dei lavori di
adeguamento annunciati (almeno un anno). L'Amministrazione deve da subito
adottare provvedimenti per evitare lo
spettacolo delle vie e delle piazze del centro cittadino trasformate in un
parcheggio selvaggio da cittadini senza alcun senso civico che, con il loro
comportamento, ostacolano e rendono pericolosa la mobilità specialmente dei
bambini, degli anziani e dei disabili.
Un
ultimo elemento di riflessione è sul tema, ricorrente a dire il vero, di
ipotesi di sperimentazione di aperture parziali col fine di favorire le
attività commerciali presenti nella zona, che Giacchetti differisce,
eventualmente, alla conclusione dei lavori di adeguamento.
Da
sempre ripetiamo, non da soli per fortuna, che le cause della crisi del
commercio non sono riconducibili alla ZTL, che, anzi, se ben gestita, è capace
di aumentare l'appeal per uno shopping di qualità, ma al perdurare della
situazione di crisi e al mutamento, in parte a essa collegato, dei
comportamenti dei consumatori (dati Censis).
Inoltre,
e non ultimo, l'eventuale riapertura della ZTL, con l'inevitabile aumento della
circolazione, in particolare per la ricerca di un parcheggio che non c'è, non
farebbe che aggravare lo stato di inquinamento dell'aria andando nella
direzione opposta, da più parti auspicata, della riduzione complessiva delle
emissioni.
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