mercoledì 10 dicembre 2014

Basell: intervenire in modo ultimativo per la vendita dell'area



Quelli appena trascorsi sono stati mesi di forte preoccupazione per la vicenda AST, per i lavoratori coinvolti e per quello che essa rappresenta per l’economia della città e dell’intera regione. Al pronunciamento dei lavoratori circa l’ipotesi di accordo sottoscritto dovrà seguire un serrato pressing affinché l’azienda, il Governo e le istituzioni rispettino gli impegni presi.
Tutto questo però non deve far passare sotto traccia le problematiche di un altro comparto produttivo importantissimo per il rilancio dell'economia manifatturiera del comprensorio ternano, quello della chimica avanzata.
Il primo impegno della giunta Marini, ormai cinque anni fa, era stato proprio quello dello sviluppo del polo della chimica verde a Terni e per questo è già stato assegnato un primo finanziamento di 40 milioni da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca per un progetto di studio e sviluppo sperimentale legato alla chimica da materie prime rinnovabili. Sono presenti, inoltre, soggetti economici pronti a impegnarsi in progetti industriali compatibili con la vocazione che è stata individuata per il sito.
L'annosa controversia con la Basell che, dopo avere cessato l’attività, rifiuta di vendere l’area, sta invece bloccando pericolosamente le possibilità di sviluppo industriale del sito, mettendone a rischio il futuro. Si tratta quindi di intervenire in maniera ultimativa nei confronti della multinazionale.
E' giunto il momento che le istituzioni locali, la Regione, la politica tutta e le rappresentanze imprenditoriali sostengano fattivamente le richieste avanzate in tal senso dai sindacati e pongano la multinazionale di fronte a un ultimatum, prevedendo, in caso del perdurare dell’atteggiamento sfuggente della stessa, anche un intervento teso a rilevare la proprietà dell’area.

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