Quelli appena trascorsi sono stati mesi di forte
preoccupazione per la vicenda AST, per i lavoratori coinvolti e per quello che
essa rappresenta per l’economia della città e dell’intera regione. Al
pronunciamento dei lavoratori circa l’ipotesi di accordo sottoscritto dovrà
seguire un serrato pressing affinché l’azienda, il Governo e le istituzioni
rispettino gli impegni presi.
Tutto questo però non deve far passare sotto traccia le
problematiche di un altro comparto produttivo importantissimo per il rilancio
dell'economia manifatturiera del comprensorio ternano, quello della chimica
avanzata.
Il primo impegno della giunta Marini, ormai cinque anni fa,
era stato proprio quello dello sviluppo del polo della chimica verde a Terni e
per questo è già stato assegnato un primo finanziamento di 40 milioni da parte
del Ministero dell’Università e della Ricerca per un progetto di studio e
sviluppo sperimentale legato alla chimica da materie prime rinnovabili. Sono
presenti, inoltre, soggetti economici pronti a impegnarsi in progetti
industriali compatibili con la vocazione che è stata individuata per il sito.
L'annosa controversia con la Basell che, dopo avere cessato
l’attività, rifiuta di vendere l’area, sta invece bloccando pericolosamente le
possibilità di sviluppo industriale del sito, mettendone a rischio il futuro.
Si tratta quindi di intervenire in maniera ultimativa nei confronti della
multinazionale.
E' giunto il momento che le istituzioni locali, la Regione,
la politica tutta e le rappresentanze imprenditoriali sostengano fattivamente
le richieste avanzate in tal senso dai sindacati e pongano la multinazionale
di fronte a un ultimatum, prevedendo, in caso del perdurare dell’atteggiamento
sfuggente della stessa, anche un intervento teso a rilevare la proprietà
dell’area.
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