COMUNICATO STAMPA
In merito alle notizie circa il prossimo avvio della privatizzazione dell’Azienda Farmaceutica, riteniamo vadano date alcune risposte.
1) Quando a Maggio il Sindaco ritirò le dimissioni sulla base della ricostituzione della maggioranza di centrosinistra, venne approvato un documento programmatico in qui era scritto: “L’ASFM è stata interessatan egli ultimi anni di forti criticità con una progressiva perdita di ruolo e ripetute perdite di bilancio.....Il 2011è l’anno nel quale portare a concretizzazione la scelta della creazione di una S.p.A. .... sostenuta da un piano industriale che affronti e dia risposte a nodi irrisolti quali la riduzione dei costi aziendali, il sistema di approvvigionamento dei farmaci, la localizzazione di alcune sedi farmaceutiche, l’attivazione nelle farmacie comunali di nuovi servizi in ambito sanitario e socio assistenziale.....Al termine di questo percorso di risanamento, rilancio e valorizzazione dell’azienda si potrà tornare a riflettere, sulla base anche delle auspicabili evoluzioni normative del futuro dell’azienda e del suo ruolo nella realtà cittadina.”
2) Nel “Piano Strategico” presentato dal Sindaco a Dicembre, in discussione con la città in queste settimane vi è riportato “Per quando riguarda l’azienda speciale ASFM si avvierà il percorso di trasformazione in S.p.A. con l’elaborazione contestuale di un piano industriale di risanamento e di rilancio.”
Ora invece si annuncia la possibile vendita totale o parziale (o l'affitto?) ai privati, senza che siano state affrontate le criticità dell’azienda ben note a tutti e in parte già indicate nel documento programmatico del maggio 2011:
a) bilanci ancora in rosso.
b) una presenza di personale amministrativo eccessiva nell’organico dell’azienda senza che sia stato avviato nessun percorso per favorirne la parziale mobilità verso altri enti.
c) una localizzazione poco strategica di alcune sedi farmaceutiche con l'aggravante che nessuna proprietà dei locali sia comunale.
Questo, in una realtà cittadina dove tutte le farmacie private hanno vicino un ambulatorio medico convenzionato con il S.S.N., con le farmacie pubbliche a cui non è stato consentito di sfruttare le possibili “sinergie” con le strutture sanitarie quali i distretti o la sede dell’ASL, avendo tra l’altro per contratto nazionale un costo dei dipendenti maggiore del settore privato.
Come si può, in questo quadro, parlare di privatizzazione e di affitto a privati? Cosa si vende o si affitta?
Sarebbe una svendita di un patrimonio dell’intera città e di un regalo a pochi. E svendere il proprio patrimonio, seppur in una fase di indiscussa difficoltà, è una politica miope, specialmente a fronte di benefici per la collettività (servizi sociali) vaghi e non chiaramente identificati.
Riteniamo perciò che tutta la vicenda debba avvenire nella massima chiarezza, evitando precipitazioni sapendo che dobbiamo tutelare esclusivamente gli interessi della collettività.
Circolo SEL Terni 15/03/2012
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