SEL TERNI: Solidarietà a Franco Coppoli
La scuola, deve essere un luogo sicuro in cui gli insegnati, il personale e la dirigenza collaborano nell’educazione dei ragazzi ed in cui gli studenti si devono sentire protetti e valorizzati e non criminalizzati.
Nei giorni scorsi si è consumato un grave attacco al ruolo che la scuola dovrebbe svolgere e alla libertà di insegnamento.
SEL Terni esprime solidarietà a Franco Coppoli, docente dell’Istituto per geometri di Terni, nei confronti del quale è stato avviato un procedimento disciplinare perché ha impedito l’irruzione in classe di una squadra di poliziotti con cane antidroga che pretendevano di interrompere le lezioni e controllare gli studenti e l’aula. In assenza di uno specifico mandato della magistratura, l’irruzione nelle classi e l’interruzione dell’attività didattica si configura come una pesante violazione degli spazi educativi e come interruzione di pubblico servizio.
Gli organi di polizia hanno il compito di garantire la sicurezza dei giovani e il rispetto delle leggi, ma l’irruzione all’interno della scuola, senza che ci sia l’evidenza di un reato, snatura la funziona della scuola e ottiene come unico risultato la perdita di fiducia nell’istituzione scolastica e nelle sue funzioni educative.
Sul tema del consumo di sostanze stupefacenti la scuola ha il compito di promuovere progetti di prevenzione e riflessione ma non può avallare azioni repressive che criminalizzano ed intimoriscono gli studenti e mettono in discussione l’autonomia delle strutture scolastiche.
Terni, 08/04/2014
Nei giorni scorsi si è consumato un grave attacco al ruolo che la scuola dovrebbe svolgere e alla libertà di insegnamento.
SEL Terni esprime solidarietà a Franco Coppoli, docente dell’Istituto per geometri di Terni, nei confronti del quale è stato avviato un procedimento disciplinare perché ha impedito l’irruzione in classe di una squadra di poliziotti con cane antidroga che pretendevano di interrompere le lezioni e controllare gli studenti e l’aula. In assenza di uno specifico mandato della magistratura, l’irruzione nelle classi e l’interruzione dell’attività didattica si configura come una pesante violazione degli spazi educativi e come interruzione di pubblico servizio.
Gli organi di polizia hanno il compito di garantire la sicurezza dei giovani e il rispetto delle leggi, ma l’irruzione all’interno della scuola, senza che ci sia l’evidenza di un reato, snatura la funziona della scuola e ottiene come unico risultato la perdita di fiducia nell’istituzione scolastica e nelle sue funzioni educative.
Sul tema del consumo di sostanze stupefacenti la scuola ha il compito di promuovere progetti di prevenzione e riflessione ma non può avallare azioni repressive che criminalizzano ed intimoriscono gli studenti e mettono in discussione l’autonomia delle strutture scolastiche.
Terni, 08/04/2014
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