Ormai gli sforamenti del livello delle PM10 in tutte le centraline
della città sono quotidiani. Il Comune si appresta, giustamente, a
mettere in atto provvedimenti (targhe alterne e spazzamento stradale)
che non potranno, per la loro stessa natura, che incidere in minima
parte sul problema che assilla la nostra città anche per effetto
della sua particolare conformazione geomorfologica. I tre principali
fattori di inquinamento (traffico, riscaldamento e industria, che
nella nostra città vedono un maggior peso di quest'ultima
componente) devono, a nostro avviso, essere aggrediti in modo
strutturale, con interventi realizzabili, in alcuni casi, anche nel
breve periodo.
1. Piuttosto che due giorni di targhe alterne, che le numerose
deroghe e l'impossibilità di controlli stringenti rendono di fatto
inutili, sarebbe forse meglio prevedere l'istituzione di domeniche
senza auto, con pochissime deroghe. Ciò permetterebbe anche, in
queste giornate, di organizzare iniziative di sensibilizzazione sulle
tematiche ambientali.
2. L'istituzione nelle molte zone della città che lo consento di
"zone 30". Queste, oltre a ridurre le emissioni inquinanti
degli automezzi, rendono maggiormente vivibili le aree interessate
dall'intervento come l'esperimento di Città Giardino di alcuni mesi
fa ha evidenziato. Si tratta, inoltre, di un intervento a costo zero
e di immediata realizzabilità.
3. Il collegamento fra le molte piste ciclabili già realizzate che
presentano però pericolose discontinuità e tratti mancati fra le
stesse al fine di renderle parte integrante della viabilità
cittadina e non solo un simpatico arredo urbano.
4. Attuare una politica di tutela e di ampliamento delle aree verdi
anche alla luce dei recenti studi che hanno dimostrato la capacità
di alberi e piante di eliminare dall'aria particelle inquinanti. La
creazione di veri e propri boschi urbani piuttosto che la continua
cementificazioni delle aree urbane ancora libere
5. Potenziare e incentivare l'uso del trasporto pubblico.
6. Adeguare e regolamentare la viabilità per i mezzi pesanti che
attualmente transitano per le vie cittadine diretti all’AST (si
parla di circa 500 TIR al giorno) indirizzandoli verso lo svincolo
della TR-RI
7. La ripresa dei progetti di teleriscaldamento. Negli anni passati
si è infatti investito molto (per es. a Borgo Bovio) partendo dalla
giusta idea di recuperare il calore prodotto dall'AST, poi tutto è
stato abbandonato. Perché?
Si tratta, è evidente, di scelte che prevedono tempistiche,
investimenti e iter di realizzazione differenti. Alcune di queste
attengono pienamente all'azione di governo della città, altre devono
necessariamente vedere l'A.C. in un ruolo di attivo soggetto
promotore. In ogni caso è solo pianificando politiche organiche e
continuative che si può pensare di affrontare un problema complesso
come quello della qualità dell'aria, che è poi qualità della vita.
06/01/2014
Circolo SEL Terni
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