Terni, 06/07/2013
Non accennano a placarsi le polemiche
nate a seguito della iniziativa della Caritas ternana di costruire in
Via Vollusiano un luogo di accoglienza temporanea per le persone
senza fissa dimora ed un centro di ascolto per le nuove povertà.
Questo tipo di iniziative rappresentano
una risposta attiva alla crescente crisi economica. Crisi che produce
ogni giorno “nuovi poveri”, anche tra persone che mai nel loro
passato hanno avuto bisogno di aiuto.
Oggi i senza tetto non sono più solo
coloro che fanno una scelta di vita libera e senza vincoli,
purtroppo, anche a Terni, sono sempre di più le donne e gli uomini
che all'improvviso si ritrovano senza lavoro e senza una abitazione
ed hanno la necessità, anche temporanea, di un luogo dove ricevere
un pasto, dove lavarsi e dove passare la notte.
Noi pensiamo che la città debba fare
tutto il possibile per prevenire simili situazioni e, laddove esse si
presentino, per limitarne gli effetti negativi.
Ora, nel caso specifico c’è la
Caritas, già fortemente impegnata, insieme ad altre realtà locali,
nella città che ha avanzato la proposta di realizzare un punto di
ascolto e di prima accoglienza in uno stabile di sua proprietà.
I cittadini che abitano in quella via,
sostengono che lì sono presenti delle strutture di culto in
situazioni precarie, senza servizi minimi, che rappresentano una
situazione di disagio. Questo disagio va affrontato. Potrebbe essere
il centro di ascolto una risposta anche per i residenti. Mettere a
disposizione personale, bagni pubblici, servizi, aiuta le persone a
mantenere una dignità e riduce i rischi di degrado che i residenti
temono. Spetta alla Giunta Comunale costruire il dialogo tra esigenze
diverse, fornire le risposte che servono. Il centro di ascolto deve
essere un “pronto soccorso per l’emergenza”, spetta poi all'Amministrazione Comunale mettere in campo tutte le risposte che
servono ad evitare la creazione di una concentrazione del disagio.
E’ necessario costruire una risposta articolata: implementare la
rete dei centri di accoglienza diffusi nel territorio, potenziare i
servizi per l’emergenza abitativa, attivare tutte le risorse non
utilizzate (stabili dell’ATER, scuole chiuse…) per creare una
rete di accoglienza diffusa e non concentrata in pochi punti della
città.
Il Comune deve, inoltre, far sentire la
sua voce nei confronti della Regione Umbria la quale, tenendo ancora
fermo il Bando per le case Popolari non produce le adeguate
politiche per il sostegno all'abitazione che in questo periodo di
crisi sono necessarie.
Tutti insieme possiamo mantenere il
modello Terni e superare il brutto episodio al quale abbiamo
assistito che rischia di generare conflitti e tensioni simile a
quelli, negativi, già visti nelle grandi città. A Terni non
esistono ghetti, i cittadini ritirino quegli striscioni e
l’Amministrazione svolga il ruolo di garanzia e governo che una
situazione così delicata richiede.
Sinistra Ecologia Libertà. Circolo di
Terni
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