martedì 9 luglio 2013

Centro di ascolto Cartitas: Terni mantenga il suo modello di accoglienza e integrazione

Terni, 06/07/2013

Non accennano a placarsi le polemiche nate a seguito della iniziativa della Caritas ternana di costruire in Via Vollusiano un luogo di accoglienza temporanea per le persone senza fissa dimora ed un centro di ascolto per le nuove povertà.
Questo tipo di iniziative rappresentano una risposta attiva alla crescente crisi economica. Crisi che produce ogni giorno “nuovi poveri”, anche tra persone che mai nel loro passato hanno avuto bisogno di aiuto.
Oggi i senza tetto non sono più solo coloro che fanno una scelta di vita libera e senza vincoli, purtroppo, anche a Terni, sono sempre di più le donne e gli uomini che all'improvviso si ritrovano senza lavoro e senza una abitazione ed hanno la necessità, anche temporanea, di un luogo dove ricevere un pasto, dove lavarsi e dove passare la notte.
Noi pensiamo che la città debba fare tutto il possibile per prevenire simili situazioni e, laddove esse si presentino, per limitarne gli effetti negativi.
Ora, nel caso specifico c’è la Caritas, già fortemente impegnata, insieme ad altre realtà locali, nella città che ha avanzato la proposta di realizzare un punto di ascolto e di prima accoglienza in uno stabile di sua proprietà.
I cittadini che abitano in quella via, sostengono che lì sono presenti delle strutture di culto in situazioni precarie, senza servizi minimi, che rappresentano una situazione di disagio. Questo disagio va affrontato. Potrebbe essere il centro di ascolto una risposta anche per i residenti. Mettere a disposizione personale, bagni pubblici, servizi, aiuta le persone a mantenere una dignità e riduce i rischi di degrado che i residenti temono. Spetta alla Giunta Comunale costruire il dialogo tra esigenze diverse, fornire le risposte che servono. Il centro di ascolto deve essere un “pronto soccorso per l’emergenza”, spetta poi all'Amministrazione Comunale mettere in campo tutte le risposte che servono ad evitare la creazione di una concentrazione del disagio. E’ necessario costruire una risposta articolata: implementare la rete dei centri di accoglienza diffusi nel territorio, potenziare i servizi per l’emergenza abitativa, attivare tutte le risorse non utilizzate (stabili dell’ATER, scuole chiuse…) per creare una rete di accoglienza diffusa e non concentrata in pochi punti della città.
Il Comune deve, inoltre, far sentire la sua voce nei confronti della Regione Umbria la quale, tenendo ancora fermo il Bando per le case Popolari non produce le adeguate politiche per il sostegno all'abitazione che in questo periodo di crisi sono necessarie.
Tutti insieme possiamo mantenere il modello Terni e superare il brutto episodio al quale abbiamo assistito che rischia di generare conflitti e tensioni simile a quelli, negativi, già visti nelle grandi città. A Terni non esistono ghetti, i cittadini ritirino quegli striscioni e l’Amministrazione svolga il ruolo di garanzia e governo che una situazione così delicata richiede.

Sinistra Ecologia Libertà. Circolo di Terni

Nessun commento:

Posta un commento