Tra pochi giorni anche a Terni entreranno in vigore le misure “straordinarie” prese dall’Amministrazione Comunale per contrastare quella che, impropriamente, è stata definita in tutta Italia “l’emergenza smog”.
Definizione impropria, visto che sono trent’anni che studiosi, scienziati e (pochi) politici denunciano, tra scetticismi e derisioni, i rischi che questo modello di sviluppo comporta per il futuro del Pianeta.
La Giunta Comunale ternana non è caduta in questa trappola emergenziale, tanto che le decisioni assunte a metà Dicembre 2015 entreranno in vigore l’11 Gennaio 2016 malgrado il numero dei superamenti rilevati per le concentrazioni di PM10 per il 2015 avrebbero imposto di prendere provvedimenti già molto prima.
Non si neanche ritenuto necessario nel 2015 attuare le misure già previste dal Piano Regionale della Qualità dell'Aria approvato dal Consiglio Regionale a dicembre 2013 che individua il territorio ternano tra quelli di maggiore criticità per quanto riguarda le polveri.
Per ciò che riguarda Terni, non si può non tener conto di tre aspetti con cui confrontarsi: la specificità orografica della conca ternana, la presenza da 130 anni di una industria siderurgica che un peso nell’equilibrio ambientale sicuramente lo ha malgrado gli sforzi effettuati per rendere sempre più compatibile il processo produttivo, la costruzione negli anni di tre grandi aree di parcheggio troppo interne al centro cittadino per essere definite ed utilizzate come parcheggi di attestamento e di scambio.
Con questo quadro di riferimento è inutile, a nostro avviso, fare ordinanze episodiche che hanno scarse o nulle capacità di controllo e slegate da una visione complessiva del futuro di questa città. Lo sviluppo edilizio, la gestione dei rifiuti, l'organizzazione dei servizi, la mobilità e tutte le azioni dell'amministrazione devono essere pianificate in modo sostenibile cercando di migliorare la qualità dell'aria e della vita dei cittadini. Non è più giustificabile il grave ritardo nel raggiungimento degli obiettivi minimi stabiliti anche nel Piano d'Ambito per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Incredibili, a tal proposito, i danni del decreto Sblocca Italia che, nonostante gli ipocriti palliativi della Regione, continua a puntare sull'incenerimento dei rifiuti urbani e ad individuare un territorio come quello di Terni come sito di impianti di rilevanza nazionale.
Torniamo a chiedere un nuovo, sostenibile e partecipato Piano della Mobilità Urbana, con all’interno misure tese a favorire il trasporto pubblico, gli spostamenti in bici o a piedi e le zone 30. Come pure una politica tariffaria per i parcheggi pubblici, largamente sottoutilizzati, funzionale ad un corretto governo del traffico automobilistico privato piuttosto che a far cassa.
Certo è che, in un contesto così preoccupante, il solo ipotizzare riaperture anche parziali della ZTL è da irresponsabili, tenuto conto che le polveri sottili, come molti studi di settore evidenziano, vengono in gran parte prodotte dal traffico, dagli scarichi delle auto, dal consumo dei freni e degli pneumatici, dal risollevamento delle polveri depositate sulle strade.
Circolo Sinistra Ecologia e Libertà Terni
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