I
continui interventi sul tema della ZTL, quasi tutti favorevoli alla
sua riapertura come panacea di tutti i mali della città (crisi del
commercio e sicurezza su tutti), ci inducono a ritornare
sull'argomento con alcune considerazioni che, però, non possono
prescindere dal dato di fatto che la grave crisi che attraversa il
commercio è conseguenza, principalmente, dell’impoverimento della
stragrande maggioranza delle famiglie italiane.
Per
quanto riguarda Terni e l’Umbria, la prima risposta da dare,
quindi, è quella di rilanciare un sistema economico e produttivo
basato sull'innovazione tecnologica e ambientale, unica strada capace
di garantire benessere economico e sociale a lungo termine.
Ritenere
quindi che le difficoltà del commercio nel centro cittadino siano
dovute alla chiusura al traffico è tesi quantomai bizzarra che non
tiene conto di alcune considerazioni fondamentali.
1)
La crisi del commercio non nasce né oggi né a causa della chiusura
del centro al traffico, altrimenti dovremmo trovarci di fronte a
negozi di periferia in forte espansione economica e locali del
centro, al contrario, in crisi. È vero, invece, che anche nella
periferia il commercio è in sofferenza, oltre che per la crisi
economica e sociale che ormai da troppo tempo attanaglia il Paese, a
causa di una continua proliferazione dei centri commerciali (Cospea 2
e poi Maratta, Campitello, Villa Palma...) che sta trasformando
profondamente la natura stessa del settore, con gravi rischi di
infiltrazioni della criminalità organizzata come già avvenuto in
altre aree del Paese.
2)
Aprire, più o meno parzialmente, la ZTL appare una proposta priva di
senso. Innanzitutto, perché al suo interno mancano parcheggi
riservati ai non residenti: ci troveremo perciò ad avere una sosta
selvaggia e un carosello continuo di auto che entrano ed escono in
maniera indiscriminata mentre la presenza di diversi parcheggi ai
margini della ZTL già consente in tutta comodità di raggiungere a
piedi il 'salotto' della città. L'ipotesi avanzata in questi giorni
di una sperimentazione appare una non scelta o, quantomeno, una fuga
dalle responsabilità da parte di una classe politica incapace di
decidere. Si dovrebbe invece proseguire coerentemente sulla positiva
strada percorsa dall'amministrazione, rappresentata dall'esperienza
di successo del bike sharing. Attività apprezzata dalla popolazione
(oltre 600 iscritti) che ha visto un sostanzioso investimento di
risorse pubbliche, che verrebbe vanificato.
3)
Sarebbe il caso, inoltre, di ascoltare anche la voce di chi nel
centro abita, opinione troppo spesso non presa in considerazione in
un dibattito fatto a colpi di comunicati stampa. Un referendum
cittadino sul tema potrebbe garantire una partecipazione ampia ad un
tema che non può essere ad esclusivo appannaggio di questa o quella
categoria.
4)
E' insensato, infine, parlare di ZTL senza pensare di inserire tale
discussione in un contesto più ampio di piste ciclabili, di corsie
preferenziali per autobus, di sistemi parcheggio/navetta, di
incentivi/disincentivi sull'uso dell'auto. Occorre ridisegnare la
prossima Terni, città che ormai da anni si è stabilizzata sui
112mila abitanti, da ogni punto di vista e immaginare un corpo
organico in cui ogni parte va a completare il tutto: lo sviluppo
economico, ambientale, sociale, culturale, urbanistico e quello della
mobilità, possibilmente intesa in senso moderno ed europeo. Andrebbe
avviata, in sostanza, la formulazione di un nuovo “Piano cittadino
della mobilità”, predisposto con la più ampia partecipazione
possibile.
Queste
considerazioni, ovviamente, non impediscono e anzi impongono, invece,
una seria riflessione sul centro storico e sulle attività
commerciali che lì si svolgono. Una discussione con tutte le parti
interessate che abbia al suo centro le reali motivazioni della crisi
del commercio e gli strumenti ancora a disposizione degli Enti Locali
per farvi fronte.
Tra
le cause, oltre a quelle già ricordate, sicuramente gli affitti
esorbitanti che, nonostante la crisi, caratterizzano il centro; SEL
Terni ripropone in questa sede quanto già avanzato qualche settimana
fa: modulare le aliquote IMU in modo da premiare chi affitta i locali
rispetto a chi preferisce lasciarli sfitti.
È
una proposta, tra le altre, che, crediamo, possa essere essere
discussa con la città, se si vuole tentare di risolvere veramente il
problema del commercio a Terni.
30/04/2013 - Circolo SEL Terni
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